Trovato l’accordo al Consiglio europeo: prestito all’Ucraina per 90 miliardi di euro. Salta l’uso degli asset russi
L’annuncio è arrivato nella notte. “Ci siamo riuniti con un obiettivo chiaro: affrontare le urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina per i prossimi due anni. E sono molto lieta di dire: ce l’abbiamo fatta“, ha esclamato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, al termine del Consiglio Europeo a Bruxelles. “Come sapete ha aggiunto -, la Commissione aveva proposto due soluzioni. Entrambe giuridicamente valide. Entrambe tecnicamente fattibili. Da un lato, abbiamo proposto l’indebitamento dell’Ue sul mercato. Dall’altro, abbiamo sviluppato il prestito per le riparazioni”. Al termine di oltre quattro ore di discussione durante le quali hanno parlato tutti i leader, si è scelta la via meno rischiosa: è stata, cioè, accantonata l’ipotesi dell’uso immediato dei beni russi (che rimarranno congelati, ma non saranno svincolati) e il Consiglio europeo ha intrapreso la strada del semplice e tradizionale prestito, 90 miliardi di euro, per i prossimi due anni, a tasso zero e garantiti dal Bilancio europeo. E quindi finanziato con debito comune.
Dalla misura saranno escluse l’Ungheria, la Repubblica Ceca e la Slovacchia (“una decisione estremamente sbagliata che avvicina l’Europa alla guerra”, il giudizio del premier ungherese Orban). Per von der Leyen e per il cancelliere tedesco Merz si tratta di una sonora sconfitta politica: i due hanno insistito fino all’ultimo per utilizzare gli asset russi congelati e non emettere nuovi eurobond. E poco conta che, nel contempo, la Commissione continuerà il lavoro tecnico sul prestito di riparazione, basato sui beni russi, per il quale occorre più tempo. Il prestito Ue è chiaramente l’opzione più facile, che può essere attivata subito, in modo da soddisfare il requisito del Fondo monetario internazionale per la valutazione di sostenibilità dell’Ucraina e da erogare il denaro in tempo per il secondo trimestre del 2026. “Kiev rimborserà questo prestito solo una volta che la Russia avrà pagato i risarcimenti – ha detto il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa -. Abbiamo concordato di prorogare le nostre sanzioni contro la Russia. Il nostro obiettivo non è quello di prolungare la guerra. Infatti, le decisioni odierne sono un contributo fondamentale per raggiungere una pace giusta e duratura in Ucraina”.
Il cancelliere tedesco ha provato a dissimulare: “Lo diciamo molto chiaramente: se la Russia non paga le riparazioni, utilizzeremo – nel pieno rispetto del diritto internazionale – i beni russi immobilizzati per rimborsare il prestito”. Decisamente soddisfatto, invece, il premier belga Bart De Wever, che dall’inizio si era opposto all’idea di utilizzare gli asset russi, la maggior parte dei quali allocata nel suo Paese: “Se sai fare il tuo lavoro, e parli con le persone, si può arrivare a un accordo. Non c’è mai stato un dibattito se avessimo dovuto aiutare l’Ucraina, ma come. Se non avessimo raggiunto un accordo avremmo fallito. Gli asset russi verranno usati per riparare i danni causati da Mosca, nessuno in Europa vuole vedere questi soldi tornare in Russia. L’Europa ha vinto, ha vinto la stabilità finanziaria, è stato evitato il caos“.
Ha potuto dormire serena anche Giorgia Meloni, decisamente scettica sull’uso dei beni congelati: “Sono contenta che abbia prevalso il buon senso – ha dichiarato -, che si sia riusciti a garantire le risorse che sono necessarie ma a farlo con una soluzione che ha una base solida sul piano giuridico e finanziario. Il tema degli asset rimane nelle conclusioni, ricordo che la decisione più importante sulla questione degli asset l’abbiamo già presa qualche giorno fa quando li abbiamo immobilizzati garantendo che non vengano restituiti. Nelle conclusioni si dice che l’Unione Europea, chiaramente seguendo quella che è la normativa, si riserva anche di considerare l’uso di questi asset soprattutto per ripagare il prestito che dovrà fare, ma questo è un lavoro che deve ancora andare avanti”, ha sottolineato la presidente del Consiglio.
Importante leggere anche le conclusioni dell’accordo: “Il Consiglio europeo sottolinea l’importanza dei seguenti elementi in relazione al prestito da erogare all’Ucraina: a) rafforzamento delle industrie della difesa europee e ucraine; b) il mantenimento da parte dell’Ucraina dello Stato di diritto, compresa la lotta alla corruzione; c) il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e gli interessi di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati membri”. Conclusioni che ribadiscono chiaramente che l’Europa non ha alcuna intenzione di frenare sul riarmo, anzi.