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Maltrattamenti all’ex, condanna ridotta a 2 anni per il filosofo Leonardo Caffo: seguirà un percorso di riabilitazione

Condanna dimezzata in appello per il filosofo: dai 4 anni del primo grado a 2 anni per maltrattamenti, con percorso di riabilitazione e sospensione condizionale
Maltrattamenti all’ex, condanna ridotta a 2 anni per il filosofo Leonardo Caffo: seguirà un percorso di riabilitazione
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Dai 4 anni inflitti un anno fa in primo grado a 2 anni di reclusione condizionati da un percorso di riabilitazione in una struttura per uomini maltrattanti. È stata dimezzata in appello a Milano la condanna al filosofo Leonardo Caffo imputato per maltrattamenti aggravati e lesioni nei confronti della ex compagna: i giudici hanno accolto la proposta di concordato avanzata da Fabio Schembri, difensore dell’imputato a cui è stato fatto lo sconto di pena con il beneficio della sospensione condizionale e la non menzione. Caffo è stato invece assolto dall’accusa di lesioni con la formula “perché il fatto non costituisce reato“.

“Penso che sia un gesto di civiltà e sono felice di averla potuta chiudere nel migliore modi possibile stante il fatto che la lotta è stata lunga e faticosa”, ha affermato il filosofo fuori dall’aula del Palazzo di Giustizia dicendo che da tempo sta seguendo un percorso e lavorando su se stesso. “Qui forse bisogna guardare un interesse superiore che non è quello personale, non è quello dell’ego”, ha aggiunto dicendo di essere “contento che si sia potuto chiudere, senza ulteriori anni di vita buttati, pur dovendo cedere dei pezzi. Non posso nascondere che è complesso dover cedere dei pezzi“, ha sottolineato, per poi spiegare di essere “stato massacrato sulla stampa per tutta una serie di cose che poi, uscito da qui, riconosce non esserci” e per questo il suo lavoro è stato “deviato” e la sua credibilità “distrutta”.

Elena Tomayer, legale della vittima, oltre a esprimere la sua soddisfazione per le decisione della Corte “perché è assolutamente sovrapponibile al giudizio di primo grado”, ha puntualizzato che “è una sentenza per maltrattamenti a tutti gli effetti e Caffo l’ha riconosciuto in tutte le sedi, sia civile che penale”. “Le lesioni ci sono state, ma l’assoluzione è data dal fatto che non è stato riconosciuto il dolo“, ha concluso la legale.

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