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Campari cede Zedda Piras e Averna: i due marchi venduti per 100 milioni alla holding proprietaria di Disaronno

La definizione dell'affare è prevista per la prima metà del 2026. Nell'accordo è prevista la creazione di una nuova società, a cui passeranno diversi dipendenti
Campari cede Zedda Piras e Averna: i due marchi venduti per 100 milioni alla holding proprietaria di Disaronno
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Dopo l’accordo con l’Agenzia delle Entrate raggiunto nei giorni scorsi per restituire 405 milioni al fisco, Campari ha chiuso la trattativa per la cessione di due marchi storici: l’amaro Averna e il mirto Zedda Piras. I due prodotti saranno acquisiti da Illva Saronno Holding, già proprietaria di Disaronno e dei vini Duca di Salaparuta e Florio, per cento milioni di euro. La definizione dell’affare è prevista per la prima metà del 2026. Nell’accordo è prevista la creazione di una nuova società gestirà i due marchi: diversi dipendenti passeranno a lavorare per la nuova azienda, che prenderà anche il controllo dei magazzini, degli stabilimenti produttivi di Caltanissetta e Alghero e dei residui accordi contrattuali. Stipulato anche un accordo transitorio per le attività di imbottigliamento e mescolazione di Averna nello stabilimento italiano di Canale, di proprietà di Campari Group, e un contratto di distribuzione temporanea sulla base del quale Campari continuerà a commerciare i liquori in alcuni mercati, prima del passaggio al nuovo gruppo commerciale.

Non è la prima vendita annuale del gruppo: già a marzo la cessione di uno stabilimento australiano e giugno dello stabilimento di Cinzano. A giugno era stato inoltre ceduto anche il vino Tannico. I proventi totali delle vendite annuali superano così i 210 milioni di euro. Marco Ferrari, amministratore delegato della Saronno Holding, ha definito l’acquisto “un’importante aggiunta al portafoglio internazionale” dell’azienda. Da Settembre 2024 a Settembre 2025, le vendite nette di Averna e Zedda Piras sono state pari a 26 milioni a fronte di una contribuzione – cioè il margine lordo dopo le spese per pubblicità e promozione – di 17 milioni. Per Simon Hunt, ad di Campari Group, la transazione è “un ulteriore passo fondamentale nella nostra strategia di razionalizzazione del portafoglio, con l’obiettivo di concentrarci su un minor numero di iniziative, ma di maggiore impatto strategico, mentre continuiamo a favorire la riduzione della leva finanziaria”.

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