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Von der Leyen: “La pace è finita, prepararsi alla guerra ibrida. Nessuna alternativa, è un mondo pericoloso di predatori”

Il discorso della presidente della Commissione Ue all'Europarlamento: "Fondi per la guerra da 8 a 800 miliardi. Essere pronti è un obbligo"
Von der Leyen: “La pace è finita, prepararsi alla guerra ibrida. Nessuna alternativa, è un mondo pericoloso di predatori”
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Ursula von der Leyen chiede all’Europa di prepararsi alla guerra, almeno quella ibrida, condotta a colpi di attacchi informatici, disinformazione, droni che violano lo spazio aereo. Ma nessuno esclude il ricorso alle forze armate convenzionali: i capi di Stato maggiore di Londra e Parigi hanno già esortato i connazionali ad esser pronti a perdere i propri figli al fronte. Anche perché, gli Stati Uniti non sono più i gendarmi del mondo, pronti a difendere la democrazia con le armi. La presidente della Commissione Ue, nell’assemblea plenaria dell’europarlamento di Strasburgo, usa toni perentori, negando qualsiasi alternativa al riarmo: “L’Europa deve essere responsabile della propria sicurezza. Questa non è più un’opzione. È un obbligo, dobbiamo essere pronti”. Per rispondere alla minaccia russa, occorre “implementare nuove capacità per poter combattere una moderna guerra ibrida. Anche in questo caso, stiamo spostando montagne”, ha annunciato von der Leyen, in vista del Consiglio Ue del 18 e 19 dicembre. Un appuntamento cruciale per decidere il destino degli asset russi congelati in Europa e le modalità del sostegno finanziario di Kiev.

“La pace è finita”: fondi per la difesa moltiplicati per 100

Von der Leyen lo dice a chiare lettere: “La pace di ieri è finita. Non abbiamo tempo per indulgere nella nostalgia. Ciò che conta è come affrontiamo l’oggi”. Una fase storica dominata dalla legge giungla, secondo la presidente Ue, con il diritto internazionale evaporato: “Un mondo diventato pericoloso e transazionale. Un mondo di guerre. Un mondo di predatori. La realtà di questo mondo significa che noi europei dobbiamo difenderci e contare su noi stessi”. Dunque von der Leyen rivendica con orgoglio la svolta in corso su Difesa e riarmo: “dopo decenni di investimenti insufficienti, finalmente siamo a una svolta”, per “fornire tecnologie all’avanguardia e una rapida produzione di massa nel calderone della guerra”. Rispetto al passato, i fondi per la difesa si sono moltiplicati per cento, annuncia con soddisfazione la leader Ue: “Negli ultimi 10 anni, abbiamo investito 8 miliardi di euro nel Fondo per la difesa. Quest’anno attiveremo fino a 800 miliardi di euro di investimenti entro il 2030″. La presidente della Commissiona loda anche il successo del programma Safe, “con la domanda da parte di 19 Stati membri che ha superato di gran lunga i 150 miliardi di euro sul tavolo”.

Nella visione europea, gli investimenti nella Difesa dovrebbero rilanciare l’economia: “Riguarda la nostra libertà, la nostra prosperità e la nostra indipendenza“. Quest’ultima è un’altra parola chiave, von der Leyen la usa sovente nel discorso al Parlamento, perché non riguarda solo la difesa militare: “Ci stiamo avvicinando a una nuova era, l’indipendenza energetica dell’Europa dalla Russia (…) elimineremo gradualmente i combustibili fossili russi per sempre. Solo pochi anni fa questo era impensabile”. Ma nessun accenno al rischio della dipendenza dal Gnl (il gas liquido) importato dagli Stati uniti, più costoso. Del resto, “questo è il momento dell’indipendenza dell’Europa”, ha assicurato le numero uno della Commissione, paventando il gelo con gli Stati Uniti dopo la pubblicazione del documento sulla strategia di sicurezza nazionale.

Gli asset russi congelati

Von der Leyen esprime un senso di urgenza sul sostegno per Kiev: “Una cosa è molto, molto chiara. Dobbiamo prendere la decisione di finanziare l’Ucraina per i prossimi due anni in questo Consiglio europeo”. Il fabbisogno di Kiev per gli anni 1026 e 2027 – secondo stime Ue e del Fondo monetario internazionale – “si aggira intorno ai 137 miliardi di euro, di cui l’Europa dovrebbe coprire due terzi. Si tratta di 90 miliardi di euro”. La presidente Ue rammenta l’opzione dei beni russi congelati, ora senza data di scadenza: “Un passo decisivo che invia un forte messaggio politico, che i beni russi rimarranno immobilizzati finché non decideremo diversamente, finché la Russia non porrà fine alla guerra e non risarcirà debitamente l’Ucraina per tutti i danni arrecati”.

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