Ecco gli strumenti di cui disponiamo (e su cui possiamo contare) per evitare la terza guerra mondiale
di Angelo Palazzolo
“Gli armamenti nazionali sono inutili. Essi non ti danno la sicurezza. Essi semplicemente incoraggiano l’abitudine del duello. Se tu li accumuli puoi esser sicuro di dover comprare un altro biglietto per la Sala degli Specchi [dove fu firmato il Trattato di Versailles, nda]”.
Questo monito si trova su un libro datato 1932 e titolato L’Europa verso il suicidio? La verità sul disarmo. Il libro è composto da una serie di lettere inviate ad amici immaginari che impersonificano l’Inghilterra, la Francia, la Germania (a cui nello specifico è indirizzata quella frase), gli Usa e il Giappone. L’autore, un politico inglese che si firma con lo pseudonimo Robert The Peeler, con un linguaggio schietto e popolare, un secolo fa, metteva in guardia da pericoli che si rivelano terribilmente attuali: il paradosso della sicurezza, gli interessi dei fabbricanti d’armi, il conflitto di interesse di esperti prezzolati e di politici legati mani e piedi all’industria bellica, la propaganda assordante, l’informazione corrotta, la tecnica della rana bollita e altri ancora.
Per evitare lo scoppio di un secondo conflitto mondiale, l’autore predica il disarmo delle singole nazioni e la “necessità che nel mondo ci siano dei Tribunali per dirimere le controversie e dei gendarmi per mantenere l’ordine”. Oggi sappiamo che i moniti e i suggerimenti di quell’autore – così come quelli di altri pacifisti dell’epoca – furono vani e che l’Europa infine trascinò il mondo nell’inferno della Seconda guerra mondiale.
Dopo quasi un secolo, il prof. Barbero, il prof. Orsini, il prof. Cacciari, il generale Mini e molti altri pensatori liberi del nostro tempo indossano le vesti di quell’illuminato politico inglese e ci avvisano – alcuni bisbigliando, altri gridando – che il percorso intrapreso dall’Europa, se non viene deviato in tempo, ha come suo naturale sbocco la Terza guerra mondiale. Per evitare la catastrofe verso cui un’élite di corrotti e incapaci ci sta facendo sprofondare, noi cittadini possiamo contare su alcuni strumenti che nel periodo precedente alle due guerre mondiali non erano disponibili:
1) Internet, come fonte alternativa di informazione. Le televisioni e le testate giornalistiche (fatte le dovute eccezioni) sono controllate dalla politica, soggiogate al potere delle lobby e impregnate di conflitti di interessi, mentre su Internet è possibile trovare canali realmente indipendenti dove l’informazione arriva “dal basso” ed è più libera. Vigiliamo affinché non passino misure liberticide dai nomi tanto accattivanti quanto fuorvianti (vedi lo “Scudo democratico”), nate con il precipuo intento di proteggere la sola informazione che va bene a lorsignori, un’informazione addomesticata e di sistema.
2) Lo scambio di informazioni tra i popoli (Gaza docet). A differenza dell’olocausto nazista, grazie alla diffusione universale degli smartphone e nonostante gli sforzi mediatici dell’hasbarà israeliana, il genocidio in Palestina è stato visto e conosciuto da tutto il mondo. Utilizziamo le possibilità che la tecnologia dell’informazione ci offre per rimanere in contatto con i cittadini di altri Paesi, creiamo reti di comunicazione internazionale: questo renderà più difficile la mistificazione massiva della realtà, la costruzione a tavolino di un nemico e la conseguente disumanizzazione degli altri popoli.
3) L’intento pacifista di cui è permeata la nostra Costituzione. Dal Dopoguerra ad oggi, il sistema educativo italiano basato sui principi fondamentali della Costituzione e pervaso dai più sinceri valori cristiani ha forgiato gli animi di intere generazioni; in conseguenza di ciò, il nostro Paese ha sviluppato una cultura e una coscienza tra le più pacifiste al mondo. Possiamo andarne fieri; tuttavia negli ultimi mesi ciò che per decenni è stata la nostra cifra e il nostro vanto è ora sotto l’attacco di politici guerrafondai e in conflitto di interesse, generali e comandanti delle forze armate bramosi di dominare la scena politica e classi dirigenti corrotte nel senso inteso da Vilfredo Pareto (e anche nel senso comune). Questi signori, per i loro interessi, cercano di declassare il pacifismo a mollezza d’animo, la ricerca di una soluzione pacifica alle controversie internazionali a impotenza o codardia e la diplomazia ad un’attività esecrabile.
Pertanto, chiedo al Presidente Mattarella di esercitare con maggior convinzione il ruolo di garante della Costituzione e – con specifico riguardo all’articolo 11 – di vigilare in modo proattivo (sic!) sul suo rispetto. Ogni riferimento è chiaramente voluto.