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La Regione Sicilia promuove il South working: stanziati 54 milioni per il lavoro a distanza

Gli incentivi sono destinati ad amministratori di aziende lontane dall'isola, che consentano ai loro impiegati di svolgere le loro mansioni da remoto e si impegnino ad assumere a tempo indeterminato. Sostegno anche dal Pd, più cauti i 5 Stelle
La Regione Sicilia promuove il South working: stanziati 54 milioni per il lavoro a distanza
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Un incentivo per lavorare in “modo agile” dalla Sicilia. È il South working, o Sicily working, come preferisce chiamarlo il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani. Una norma presentata dal governo siciliano che è appena stata approvata dall’Assemblea regionale e che prevede un incentivo di 54 milioni, spalmati in tre anni, per le aziende che permetteranno ai propri dipendenti di lavorare nell’Isola in modalità di “lavoro agile”, cioè consentendo di lavorare a distanza, in Sicilia, per almeno 5 anni.

Un sostegno destinato a chi assume o a chi trasforma il contratto di lavoro da tempo determinato a indeterminato per i residenti in Sicilia. Sono 18 milioni di euro impegnati per il 2026, il 2027 e il 2028 che permetteranno assunzioni e stabilizzazioni nella Regione. Una norma votata oggi, anche grazie alle opposizioni e che riceve subito il plauso del Pd, che ha presentato emendamenti per arrivare al risultato di oggi: “Rappresenta un passo nella direzione giusta, frutto anche del lavoro e delle proposte portate avanti dal Partito democratico in aula”, commenta Michele Catanzaro, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana. Che continua: “Questa misura parla ai tanti giovani siciliani che oggi lavorano fuori dalla regione, in altre parti d’Italia o all’estero, spesso lontani dalla propria terra non per scelta ma per necessità – prosegue Catanzaro – il South working può offrire loro la possibilità concreta di tornare a vivere e lavorare in Sicilia, senza rinunciare alla propria occupazione e alle proprie competenze. È una norma che va nella direzione che il Partito democratico indica da tempo: contrastare la precarietà, fermare l’emorragia di talenti e trasformare il lavoro da remoto in una vera politica di sviluppo territoriale. Ma – aggiunge – non possiamo accontentarci degli annunci: perché la misura funzioni davvero servono atti chiari, tempi certi e una gestione trasparente delle risorse. Sarà fondamentale vigilare affinché i decreti attuativi vengano emanati nei tempi previsti e che i criteri di accesso siano semplici e realmente inclusivi, evitando ritardi e burocrazia che rischiano di svuotare la norma”.

Meno soddisfatti i rappresentanti del Movimento 5 Stelle: “Si è persa l’occasione di allargare la platea dei beneficiari a tutti i lavoratori, anche quelli già assunti a tempo indeterminato”, ha rimarcato Lidia Adorno, che ha aggiunto: “Ci fidiamo di quanto promesso dall’assessore all’Economia, Alessandro Dagnino, che si è preso l’impegno di allargare la platea di beneficiari alla prossima variazione di bilancio”.

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