“Non è una riforma della giustizia di cui avremmo bisogno, ma è una riforma punitiva della magistratura”. A dirlo è l’avvocato ed ex magistrato Antonino Ingroia che martedì sera a Milano ha presentato insieme al direttore de ilFattoQuotidiano.it Peter Gomez il suo nuovo libro Traditi (ed Piemme). “Non solo sono contrario alla separazione delle carriere – ha commentato Ingroia – avremo una corporazione di pubblici ministeri che diventeranno a tutti gli effetti avvocati della polizia, una corporazione conchiusa che ha un suo Csm, separata completamente dai giudici, che quindi avrà in sé poteri ancora più straordinari di quelli che ha oggi”. L’ex magistrato, oggi avvocato, lancia una provocazione: “Con le dovute cautele, bisognerebbe obbligare gli avvocati a fare prima il magistrato e i magistrati a fare prima l’avvocato, perché io credo di avere un vantaggio oggi da avvocato rispetto ai colleghi avvocati, perché io so come pensano, come ragionano, come agiscono i miei ex colleghi magistrati e al contrario, se io tornassi a fare il magistrato, lo farei in modo più consapevole”.
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