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Strage a Bondi Beach, “attacco terroristico contro la comunità ebraica”: due killer sparano sulla folla. “12 morti, anche una bambina”

Sparatoria sulla folla durante la festa ebraica di Hanukkah, alla quale erano presenti oltre mille persone. Decine i feriti. Tra le vittime anche il rabbino di Sydney. Colpiti entrambi gli attentatori: uno ucciso, l'altro è in condizioni critiche. Netanyahu attacca l'Australia: "Ha gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo. Dovete agire"
Strage a Bondi Beach, “attacco terroristico contro la comunità ebraica”: due killer sparano sulla folla. “12 morti, anche una bambina”
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Almeno dodici morti e 29 feriti in una sparatoria che ha colpito l’Australia nella sua spiaggia più iconica e turistica, Bondi Beach. Una strage avvenuta durante la celebrazione della festività ebraica di Hanukkah, quando due killer hanno aperto il fuoco sulla folla: oltre mille persone erano arrivate sul posto per l’evento, Chanukah by the Sea, pubblicizzato come una serata di divertimento per famiglie. E l’obiettivo da colpire era proprio la comunità ebraica di Sydney, come ha confermato la polizia del Nuovo Galles del Sud, che ha dunque parlato di atto terroristico. Alcuni partecipanti sono stati colpiti, molti sono fuggiti o si sono dispersi, anche in acqua. Tra le vittime c’è anche il rabbino di Sydney Eli Schlanger e una bambina di 12 anni. Solo uno dei due killer è stato ucciso dagli agenti, mentre l’altro è stato fermato ed è in condizioni critiche. Il nome di uno dei due – non è specificato chi – è Naveed Akram di Bonnyrigg, quartiere nella zona sud-occidentale di Sydney. Nell’auto del killer deceduto, la polizia ha riferito in conferenza stampa di avere rinvenuto e disinnescato un Ied, un ordigno esplosivo improvvisato. Gli agenti hanno inoltre fatto irruzione in un’abitazione nella zona occidentale di Sydney, e hanno anche esaminato “diversi oggetti sospetti trovati nelle vicinanze” di Bondi Beach. C’è però il sospetto che esista anche un terzo aggressore e le autorità stanno proseguendo le indagini anche in questo senso.

“Pensavamo fossero fuochi d’artificio, poi gente nel panico” – Testimoni oculari presenti alla celebrazione hanno riferito di avere visto due uomini scendere da un veicolo in Campbell Parade, vicino al Bondi Pavilion, che hanno poi aperto il fuoco intorno alle 18.40 (le 8.40 in Italia). Le immagini condivise sui social media, spiega il Daily Star, mostrano un massiccio intervento della polizia nella zona, frequentata da gente del posto e turisti. Ulteriori riprese mostrano due persone vestite di nero che sparano sulla spiaggia da un ponticello che sovrasta un parcheggio. Un altro video, più lungo, ricostruisce quanto è accaduto prima di queste immagini: un cittadino australiano sopraggiunge di spalle a uno dei killer e lo disarma (leggi), poi l’uomo che era armato si dirige verso il ponte e lì si riunisce con l’altro killer, prima di essere entrambi colpiti dagli agenti. La spiaggia di Bondi, situata nella periferia orientale della città, è un luogo iconico amato da gente del posto e turisti. È tra le più famose al mondo, rinomata per la sua atmosfera rilassata e la sabbia dorata e anche per il surf. “Pensavamo fossero fuochi d’artificio, ma non lo erano, era qualcosa di molto peggio”, ha raccontato a Abc News Elizabeth Mealey, ex giornalista, che stava cenando al ristorante Icebergs di Bondi Beach, quando ha sentito degli spari. “La gente ha iniziato a correre verso la spiaggia, è stato il panico. La gente se ne stava lì ferma, senza sapere cosa stesse succedendo, è spaventoso”. “Ci è sembrato che ci sia voluto molto tempo per sentire una sirena, ora sta arrivando un elicottero e un’ambulanza – ha aggiunto -. È un pandemonio e non sappiamo davvero cosa stia succedendo”. La testimone ha raccontato di aver visto persone correre da North Bondi verso South End per allontanarsi da ciò che sentivano. “Alla fine abbiamo sentito quello che sembrava un altro tipo di spari, che speravamo e presumevamo fossero quelli della polizia, e poi si sono fatti un pò più silenziosi” ha aggiunto. “A questo punto, diamo per scontato che sia finita, ma nessuno lo sa davvero”, ha detto. “È terrificante.”

Le reazioni dall’Australia Jeremy Leibler, presidente della Zionist Federation of Australia, ha dichiarato che “la comunità ebraica è sotto shock. C’erano duemila membri della comunità ebraica che celebravano Hanukkah, accendendo insieme la prima candela a Bondi Beach. Siamo in massima allerta”. “Le scene a Bondi sono scioccanti e angoscianti. La polizia e i soccorritori sono sul campo e lavorano per salvare vite umane. I miei pensieri sono rivolti a tutte le persone colpite”, ha detto il Primo ministro australiano Anthony Albanese, annunciando di aver convocato per questa sera una riunione urgente del comitato per la sicurezza nazionale e sottolineando che la comunità ebraica avrà tutte le risorse necessarie. La sparatoria, ha aggiunto, è “un atto di malvagio antisemitismo e terrorismo che ha colpito al cuore la nostra nazione. Il male che si è scatenato oggi a Bondi Beach è incomprensibile, e il trauma e la perdita che le famiglie stanno affrontando stasera vanno oltre il peggior incubo di chiunque”, ha affermato. Albanese ha aggiunto che durante l’attacco “abbiamo visto gli australiani oggi correre incontro al pericolo per aiutare gli altri. Questi australiani sono eroi e il loro coraggio ha salvato delle vite””. Attacchi al premier arrivano però dal presidente dell’Associazione ebraica australiana Robert Gregory, che ha parlato di una “tragedia del tutto prevedibile”. Il governo “è stato ripetutamente avvertito – ha detto – ma non ha adottato misure adeguate per proteggere la comunità ebraica”.

Gli attacchi di Israele – Sulla strage è intervenuto anche il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha affermato che l’Australia “ha gettato benzina sul fuoco dell’antisemitismo” prima dell’attacco di Sydney, ricordando di aver inviato una lettera ad agosto al primo ministro australiano Anthony Albanese. E’ quanto si legge sul Times of Israel. Parafrasando la sua lettera, Netanyahu afferma che le politiche di Albanese, che includono il riconoscimento di uno Stato palestinese, incoraggiano “l’odio per gli ebrei che ora infesta le vostre strade. L’antisemitismo è un cancro. Si diffonde quando i leader rimangono in silenzio. Dovete sostituire la debolezza con l’azione”. E anche il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir collega la sparatoria alla decisione di Canberra di riconoscere uno Stato palestinese. “Il terrorismo antisemita non conosce confini, ma il sangue degli assassinati è sulle mani del governo australiano, che ha annunciato il riconoscimento di uno stato ‘palestinese’ e legittimato il terrorismo contro gli ebrei”, sostiene il ministro di estrema destra in una nota in cui esprime sostegno alla comunità ebraica locale. Sempre da Gerusalemme, il presidente israeliano Isaac Herzog ha parlato di ”attacco crudele contro gli ebrei” e ha quindi invitando l’Australia a combattere “l’enorme ondata di antisemitismo” che, a suo dire, “sta affliggendo” il Paese. Solidarietà e cordoglio arrivano dall’Europa, dove la presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen si è detta “sconvolta dal tragico attacco” e ha voluto “porgere le più sentite condoglianze alle famiglie e ai cari delle vittime”, aggiungendo che “l’Europa è al fianco dell’Australia e delle comunità ebraiche di tutto il mondo. Siamo uniti contro la violenza, l’antisemitismo e l’odio”. Anche l’Alto rappresentate della politica estera dell’Unione europea Kaja Kallas si è detta “profondamente sconvolta”, aggiungendo che “questo atroce atto di violenza contro la comunità ebraica deve essere condannato senza mezzi termini”. Kallas ha quindi “rivolto i miei pensieri a tutte le persone colpite, alle loro famiglie e ai primi soccorritori che hanno agito con coraggio. L’Australia è uno degli amici più cari dell’Europa e siamo pienamente solidali con il popolo australiano”.

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