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Almeno 178 dollari per Scozia–Haiti, minimo 4mila per la finale: è bufera per i prezzi folli dei biglietti per il Mondiale 2026

Per la prima volta nella storia, la Fifa ha deciso di non applicare costi fissi, ma di basarsi sulla “popolarità percepita”. Non si erano mai visti ticket così cari: le associazioni dei tifosi parlano di un “tradimento monumentale”
Almeno 178 dollari per Scozia–Haiti, minimo 4mila per la finale: è bufera per i prezzi folli dei biglietti per il Mondiale 2026
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Un’aria di feroce malcontento soffia con veemenza sul calcio mondiale. Nulla a che vedere con arbitraggi o sorteggi sfortunati. A scuotere la comunità dei tifosi di tutto il globo sono i prezzi dei biglietti per il Mondiale 2026, resi pubblici lo scorso giovedì e già al centro di una delle più dure contestazioni degli ultimi anni. A guidare la protesta è Football Supporters Europe (FSE), l’associazione riconosciuta dalla UEFA e dal Consiglio d’Europa che rappresenta tifosi da tutto il continente: per loro, le nuove tariffe non sono solo ingiuste. Sono un “tradimento monumentale”. Il motivo? L’aumento, definito “fuori controllo”, dei costi per assistere alla Coppa del Mondo che si disputerà tra Stati Uniti, Canada e Messico la prossima estate. Una sorpresa amarissima, soprattutto perché la FIFA aveva garantito a settembre che il biglietto più economico per la fase a gironi sarebbe costato circa 60 dollari.

Una promessa tradita in pieno: oggi, la realtà parla di prezzi a partire da 180 dollari, fino a 700 dollari per una semplice partita della prima fase. E non si tratta di casi isolati. L’esempio più citato è quello di GermaniaCuraçao, il match meno costoso di tutta la fase a gironi: 180 dollari, tre volte l’importo promesso qualche mese fa. Ma altri incontri hanno cifre da capogiro: Inghilterra–Croazia oscillerà tra 264 e 700 dollari, mentre Scozia–Haiti tra 178 e 497 dollari. Una rivoluzione nel sistema tariffario che rompe con ogni tradizione: per la prima volta nella storia del torneo, la FIFA ha scelto di non applicare un prezzo fisso, ma di basare il costo del biglietto sulla “popolarità percepita” delle squadre. Una formula nebulosa, priva di criteri pubblici e contestata per la sua totale opacità.

Se i prezzi della fase a gironi fanno discutere, quelli delle partite decisive hanno scatenato indignazione pura. Secondo la BBC, il biglietto più economico per la finale del 2026, in programma al MetLife Stadium di New York, costerà 4.176 dollari (circa 3.560 euro). La categoria intermedia è fissata a 5.560 dollari (4.739 euro), mentre la categoria premium arriverà a 8.860 dollari (7.552 euro). Per capirne la portata: nel Mondiale 2022 in Qatar, il tagliando meno caro per la finale costava l’equivalente di 600 dollari, mentre oggi si superano i 4000. Sette volte tanto. E non è tutto.

Analizzando l’intero percorso del torneo, dalla fase a gironi alla finale, il pacchetto più economico per seguire la propria squadra potrà costare quasi 7.000 dollari, mentre quello più elevato arriverà a 16.400 dollari. In Qatar si andava da 1.959 a 5.232 dollari: meno di un terzo. Come se non bastasse, non sono previste riduzioni per bambini o famiglie, nonostante il Mondiale si svolga in tre paesi in cui costi di viaggio e alloggio sono generalmente elevati. “A peggiorare le cose”, denuncia FSE, “la categoria di prezzo più bassa non sarà neppure accessibile alle associazioni dei tifosi più fedeli”, perché riservata alla vendita generale che sarà soggetta a prezzi dinamici e dunque potenzialmente ancora più alti.

Le reazioni dei tifosi non si sono fatte attendere. La Football Supporters’ Association inglese ha definito la strategia della FIFA “uno schiaffo in faccia ai sostenitori”. Uno dei membri, Luke Buxton, ha parlato alla BBC di prezzi “assolutamente scandalosi”, spiegando che la sua famiglia aveva programmato di seguire la Nazionale inglese tra fase a gironi ed eliminazione diretta, ma ora “non è sicuro di poter raggiungere nemmeno gli ottavi”. Lo scozzese John Wallan teme che portare con sé i figli possa costare “tra le 15.000 e le 20.000 sterline”, una cifra che definisce “follemente spropositata”. Di fronte a questo scenario, FSE ha deciso di fare un passo drastico: chiedere alla FIFA di sospendere immediatamente la vendita dei biglietti e riconsiderare l’intero impianto tariffario. Una richiesta che, al momento, non ha ricevuto risposta. E chissà se la riceverà mai.

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