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Imboscata dell’Isis in Siria: uccisi due soldati e un interprete Usa. Damasco: “È stato ignorato un nostro allarme”

Trump: "Ci vendicheremo". Secondo quanto dichiarato dal ministero degli Esteri di Damasco, la coalizione guidata dagli Stati Uniti era stata avvertita di una possibile infiltrazione da parte dei combattenti dello Stato Islamico

Un’imboscata avvenuta a Palmira, nella Siria centrale, in cui due soldati statunitensi e un interprete americano sono stati uccisi durante una pattuglia congiunta da un miliziano appartenente all’Isis, l’autoproclamato Stato islamico, che nel 2017 controllava un territorio tra Siria e Iraq grande come la Gran Bretagna. “Ci vendicheremo”, ha dichiarato Trump ai reporter che gli […]

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Un’imboscata avvenuta a Palmira, nella Siria centrale, in cui due soldati statunitensi e un interprete americano sono stati uccisi durante una pattuglia congiunta da un miliziano appartenente all’Isis, l’autoproclamato Stato islamico, che nel 2017 controllava un territorio tra Siria e Iraq grande come la Gran Bretagna. “Ci vendicheremo”, ha dichiarato Trump ai reporter che gli hanno chiesto come avrebbe reagito all’uccisione di quelli che ha definito “tre grandi patrioti”. Tuttavia, secondo quanto riferito dal ministero degli Interni siriano, la coalizione guidata dagli Stati Uniti era stata avvertita di una possibile infiltrazione da parte dei combattenti dello Stato Islamico. “Erano già stati inviati allarmi dal Comando per la sicurezza interna alle forze alleate nella regione desertica”, ha dichiarato il portavoce del ministero Anwar al-Baba in un’intervista alla televisione di Stato. “Le forze della coalizione internazionale non hanno preso in considerazione gli allarmi siriani di una possibile infiltrazione dell’Is”, ha aggiunto.

In precedenza, l’agenzia di stampa statale siriana Sana aveva riferito della sparatoria in cui erano rimasti feriti diversi soldati siriani e americani, il cui attentatore era stato ucciso sul posto. Nell’imboscata sono stati feriti anche altri tre statunitensi, ha riferito su X il portavoce del Pentagono Sean Parnell, precisando che i nomi delle vittime, “così come le informazioni identificative relative alle loro unità, non saranno resi noti fino a 24 ore dopo la notifica ai parenti più stretti”. “Sappiate che se prendete di mira gli americani, in qualsiasi parte del mondo, passerete il resto della vostra breve e ansiosa esistenza sapendo che gli Stati Uniti vi daranno la caccia, vi troveranno e vi uccideranno senza pietà”, ha assicurato il capo del Pentagono Pete Hegseth.