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“Sussidiaria di Hamas”. Gli Stati Uniti valutano di contrassegnare l’Unrwa come “organizzazione terrorista”

L'amministrazione Trump non si fida più dell'ufficio Onu per il sostegno ai rifugiati palestinesi. Israele dopo la strage del 7 ottobre 2023 compiuta da Hamas aveva presentato un dossier sulle complicità e le Nazioni Unite avevano licenziato nove dipendenti. Anche la Corte penale internazionale rischia le sanzioni di Washington: la Casa Bianca chiede di modificare il suo statuto per evitare eventuali accuse al leader repubblicano
“Sussidiaria di Hamas”. Gli Stati Uniti valutano di contrassegnare l’Unrwa come “organizzazione terrorista”
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L’amministrazione Trump conferma quanto evidenziato in passato: non si fida dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il sostegno ai rifugiati palestinesi in Medio Oriente creata nel 1949, e medita di contrassegnarla – o di individuare in modo specifico alcuni suoi funzionari – come organizzazione terrorista per le sue infiltrazioni da parte di Hamas, a sua volta così designata dal 1997.

Che questa dicussione sia in una fase avanzata lo hanno confermato due fonti all’agenzia Reuters. Il punto di snodo è il massacro del 7 ottobre 2023 eseguito dai miliziani che ha provocato 1.200 morti e la cattura di centinaia di ostaggi, nella maggior parte dei casi civili. Israele alla fine di gennaio 2024 ha presentato un rapporto con il quale indica una dozzina di dipendenti dell’Unrwa come fiancheggiatori degli stragisti, sostenendo che sette di loro hanno partecipato all’assalto in territorio israeliano, e due hanno avuto un ruolo nei rapimenti degli ostaggi. Il dossier contiene anche la documentazione filmata del rapimento del corpo di Jonathan Samerano, nel kibbutz Be’eri, e la testimonianza di uno degli ostaggi rilasciato alla fine del novembre 2023, che ha raccontato di essere stato tenuto nell’abitazione di un dipendente dell’Unrwa. Inoltre, un ufficiale di Hamas dislocato in Libano e ucciso da Israele lo scorso settembre, risultava impiegato nell’Unrwa.

Lo Stato ebraico ha denunciato l’utilizzo da parte di Hamas di scuole, strutture e veicoli dell’organizzazione delle Nazioni Unite per nascondere miliziani, e scorte di munizioni. Diversi Paesi occidentali hanno congelato i fondi indirizzati all’Unrwa e l’Onu il 5 agosto 2024 ha presentato la sua indagine su 19 impiegati, che ha portato al licenziamento di nove dipendenti; ma, nel complesso, le Nazioni Unite hanno continuato a sostenere l’Unrwa, che opera, oltre che nella Striscia di Gaza, anche in Cisgiordania, Libano, Siria e Giordania.

Gli Stati Uniti sono stati tra quei Paesi che hanno sospeso i finanziamenti da gennaio 2024 e da quel momento la presa di posizione della Casa Bianca è stata netta. Washington ha emanato un ordine esecutivo in cui afferma che “l’Unrwa sarebbe infiltrata da membri di gruppi da tempo designati dal Segretario di Stato come organizzazioni terroristiche straniere e che suoi dipendenti sarebbero stati coinvolti nell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023”. In aprile la Corte internazionale di giustizia ha chiesto a Israele di collaborare con l’organizzazione delle Nazioni Unite, ma l’amministrazione Trump ha nuovamente sostenuto il parere negativo dello Stato ebraico, Israele, affermando che non aveva alcun obbligo di collaborare con l’agenzia e che aveva “ampie ragioni per mettere in dubbio l’imparzialità dell’Unrwa”.

Si arriva così in ottobre, quando il Segretario di Stato, Marco Rubio ha accusato l’agenzia di essere diventata una “sussidiaria di Hamas”. Come gli Stati Uniti intendano procedere – se colpire l’intera agenzia o alcuni funzionari – non è chiaro. La designazione di “organizzazione terroristica”, utilizzata per gruppi che uccidono civili, come nei casi di Al Qaeda, Hamas, e Isis, potrebbe essere convertita in un provvedimento del Dipartimento di Stato e altre agenzie federali, mirato a congelare i beni o vietare spostamenti a funzionari Unrwa.

L’agenzia delle Nazioni Unite non è l’unica a finire nel mirino di Trump. Ieri la sua amministrazione ha sollecitato la Corte penale internazionale (Cpi) a modificare il suo statuto per garantire che non indaghi sul presidente repubblicano e i suoi collaboratori, interrompere le indagini sui leader israeliani in merito al conflitto nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre e porre fine a una precedente inchiesta sui militari americani per le loro azioni in Afghanistan. Come ha riportato Reuters, se la Corte non darà seguito a queste tre richieste, Washington potrebbe penalizzare funzionari della Cpi e sanzionare la corte stessa.

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