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Luigi Dagostino a processo: l’ex socio di Tiziano Renzi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta

Lorenzo Pellegrini, avvocato difensore dell'imprenditore: "Non solo non ha percepito alcuna somma in maniera indebita ma nessun dissesto alle casse della società è stato prodotto. Daremo prova certa della correttezza e trasparenza del suo operato"
Luigi Dagostino a processo: l’ex socio di Tiziano Renzi rinviato a giudizio per bancarotta fraudolenta
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Bancarotta fraudolenta perché ha provocato il dissesto della società Mall Re Invest, dissipando oltre 3 milioni di euro. È questa l’accusa con cui il tribunale di Firenze ha rinviato a giudizio l’imprenditore pugliese Luigi Dagostino, il ‘re degli outlet’, che a suo tempo fu anche ex socio in affari di Tiziano Renzi. Il processo si aprirà l’11 marzo 2026. Secondo l’accusa, dal 2014 in veste di amministratore unico e dal 2017 nel ruolo di liquidatore, Dagostino avrebbe provocato il dissesto della Mall Re Invest, dissipando, con una serie di operazioni, oltre 3 milioni di euro.

La società fu dichiarata fallita dal tribunale di Firenze nell’ottobre 2022. L’imprenditore, sempre a sentire gli inquirenti, ha spogliato la medesima società con la vendita del complesso immobiliare in località Il Leccio, vicino al casello A1 di Reggello, per 34 milioni di euro grazie a cui Dagostino ha realizzato una plusvalenza di oltre 24 milioni di euro; e con la cessione del ramo di azienda relativo alla gestione degli affitti nell’outlet.

La Mall Re Invest nel settembre 2017 – cinque anni prima della dichiarazione di fallimento – era stata posta in liquidazione volontaria. Inoltre, nella cessione del complesso immobiliare a Leccio, in conflitto di interessi, essendo anche amministratore della società Dil Invest, Dagostino avrebbe deliberato atti di disposizione di beni sociali della Mall Re Invest distraendo quasi 2 milioni di euro.

“Dagostino non solo non ha percepito alcuna somma in maniera indebita ma nessun dissesto alle casse della società è stato prodotto: nessun creditore, fornitore o consulente è stato disatteso nel pagamento – ha detto alla fine dell’udienza preliminare il difensore, avvocato Lorenzo Pellegrini – Le somme rivendicate nell’imputazione, che dovrà essere discussa al processo, si riferiscono ad agevolazioni di natura tributaria, legittimamente richieste e contabilizzate in virtù della normativa applicabile nel momento storico in cui sono state invocate: un diritto del cittadino che certo non può trasformarsi in accusa. Daremo prova certa della correttezza e trasparenza dell’operato di Dagostino“.

Tra le operazioni contestate dalla procura – operazioni che avrebbero portato al dissesto della Mall Re Invest – c’è la fuoriuscita di 41mila euro dalle casse sociali registrate “in contabilità al 31 dicembre 2015” come “fatture da ricevere come pagamento a fornitore non identificato“. Inoltre emerge il versamento di 226mila euro “a fronte della fattura per operazioni inesistenti emessa” da un’impresa edile per “lavori di manutenzioni straordinarie di tutti i pluviali, guaine, pavimenti spazi comuni per il cantiere di Reggello ‘The Mall’ Viale Europa”. La Mall Re Invest, secondo la procura di Firenze, ha versato oltre 750mila euro alla Dil Invest, amministrata da Luigi Dagostino a fronte dell’emissione “di una fattura falsa o parzialmente falsa in quanto indicava una cifra per eccesso” per un’attività di intermediazione e di una “due diligence” (indagine approfondita prima di una transazione per valutare rischi e valore reale dell’operazione) in merito alla cessione del complesso immobiliare situato a Leccio, nel viale Europa angolo via Aretina.

“La due diligence non veniva trovata né prodotta” ritiene la procura, “e anche laddove fosse stata effettuata si trattava di una cifra enorme rispetto ad un normale compenso per tale lavoro”. Inoltre “si trattava secondo quanto riferito dall’amministratore Luigi Dagostino di una due diligence effettuata da sua figlia e da una donna con la quale aveva una relazione, nessuna delle due qualificate per effettuarla”. “Nessuna dissipazione patrimoniale si può ravvisare nella esecuzione dei lavori edili – è invece il commento dell’avvocato difensore Pellegrini – Il noto centro commerciale rappresenta un fiore all’occhiello (sotto gli occhi di tutti) della migliore imprenditoria italiana”. Il rinvio a giudizio è solo l’ultimo provvedimento giudiziario a carico dell’imprenditore pugliese, che a luglio scorso è stato condannato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false. Nella stessa vicenda sono stati assolti i genitori di Matteo Renzi.

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