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Boxe dentro al poligono di tiro: l’esperimento a Milano scatena il braccio di ferro con i militari, che minacciano lo sgombero

Dietro l'iniziativa c’è Walter De Giusti, segretario generale della Federazione Pugilato ma anche commissario dell’Unione Italiana Tiro a segno
Boxe dentro al poligono di tiro: l’esperimento a Milano scatena il braccio di ferro con i militari, che minacciano lo sgombero
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Tiro a segno e pugilato, boxe dentro a un poligono: un binomio insolito fra due discipline che non hanno nulla in comune (o quasi, come vedremo), e che però è diventato un caso istituzionale, in grado di scomodare addirittura il genio militare.

A ottobre, infatti, nella sede Nazionale del Tiro a segno di Milano, era stata inaugurata una nuova sede della Federazione Pugilistica. L’origine dell’iniziativa è da ricercarsi nell’unico punto reale di contatto fra le due discipline, che ha un nome e un cognome: Walter De Giusti, segretario generale della Federazione Pugilato, ma anche commissario dell’Unione Italiana Tiro a segno (UITS). Proprio grazie a questo doppio ruolo (che nell’ambiente sportivo aveva già sollevato perplessità), ha pensato di prendere i classici due piccioni con una fava. Visto che nell’impianto, a seguito della chiusura di una palestra e un bar che non avevano titolo per stare lì, si erano liberati degli spazi, ha pensato di metterli a disposizione di altri atleti di un’altra Federazione (quella di cui è segretario).

Più facile a farsi che a dirsi: la trovata innovativa del presidente-commissario non aveva fatto i conti con i militari, per cui le norme vengono prima di tutto. I campi di tiro sono compresi tra gli immobili demaniali e sono dati in uso, a titolo gratuito, alle varie sezioni: ciò implica che quest’ultime non possono subappaltarle, e ne hanno obbligo di custodia, che mal si sposa con l’apertura agli esterni (quali appunti i tesserati della boxe). I poligoni sono luoghi sensibili, dove vengono conservate armi e già ci sono stati problemi di sorveglianza in passato.

Ne è nata una vera e propria guerra a colpi di carte bollate, con una prima diffida a fine di novembre, i sigilli ai locali e da ultimo addirittura una lettera che richiede lo sgombero immediato: “In seguito al sopralluogo effettuato in data 4 dicembre 2025 è stato accertato che, nonostante la diffida, i locali posti nel seminterrato risultano ancora occupati da un ring, da attrezzature per la boxe, da un tapis roulant e altri attrezzi per il cardiofitness e l’allenamento total body”, si legge nel documento firmato dal 3° Reparto Infrastrutture Ufficio Demanio. “Con la presente si intima lo sgombero entro il termine di sette giorni”. Non solo: in caso di inottemperanza è minacciato lo sgombero forzoso, e in ogni caso viene chiesto un indennizzo (che sarà quantificato dall’Agenzia del Demanio) per l’occupazione in queste settimane.

In un momento in cui nello sport si parla tanto di accorpamenti e efficientamento, e le Federazioni perdono tesserati e hanno bisogno di nuova linfa, la sinergia poteva essere anche una buona idea, ma certo non può nascere solo dal fatto che alla guida delle due discipline ci sia la stessa persona. In ogni caso la questione è destinata a non finire qui, perché il commissario-presidente De Giusti rimane convinto della bontà della sua iniziativa. Non vuole rinunciare per colpa della burocrazia (come un semplice ritardo nel protocollo d’intesa fra le due Federazioni, o le altre obiezioni sollevate) perciò è pronto a rilanciare, proponendo eventualmente anche il tesseramento dei pugili (in modo che non siano più “esterni”) o eventualmente a traslocare in un altro spazio (a quel punto il Demanio avrebbe il problema del rischio di abbandono dell’impianto).

Il caso va contestualizzato nelle tensioni che attraversano l’UITS, già raccontate dal Fatto. L’ente è stato commissariato a inizio 2025 dopo la telenovela sulle elezioni dell’ex presidente Vespasiano. Il commissario De Giusti aveva deciso di congelare le urne, ma il Tar di recente ha stabilito che si deve andare subito al voto. Sentenza che è stata ottemperata in un modo che non ha convinto tutti: il commissario ha sì convocato l’assemblea, ma soltanto per maggio 2026, per completare prima le attività amministrative in sospeso. Sullo sfondo, rimane la possibile riforma dell’ente, su cui il governo ha intenzione di intervenire profondamente, separando la parte pubblica (le armi) da quella sportiva, sul modello di quanto appena fatto con l’Automobil Club. Ma chissà se si farà a tempo prima delle elezioni, e se ciò potrà avere ripercussioni sul voto. Il Tiro a segno ha già tante incognite. Forse troppe per pensare pure al pugilato.

X: @lVendemiale

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