“Le cifre sull’espulsione dei precari dall’università italiana ultimamente sono spaventose. Sappiamo tutti che il reclutamento del personale della ricerca e dell’università in Italia da molto tempo è un problema gravissimo, affrontato senza nessuna sistematicità dalle classi dirigenti che si sono succedute in questo paese”. Anche lo storico Alessandro Barbero prende posizione a favore dei precari dell’università italiana con un video messaggio pubblicato sulla pagina social dell’Assemblea Precaria Universitaria di Torino. “Sappiamo che la precarizzazione del lavoro non riguarda soltanto l’università, ma riguarda tutto il mondo del lavoro – precisa Barbero – però qui, nel caso dell’università, veramente si incrociano due delle dimensioni più perverse dell’Italia di oggi. Mi fermo specificamente sull’Italia, anche se sono problemi che hanno un’ampiezza maggiore, ma in Italia si presentano in modo particolarmente acuto. E cioè, appunto, la precarizzazione del lavoro e il nessun interesse per le persone che hanno lavorato e sono state sfruttate per anni e che poi vengono buttate via”. Un post dottorando su quattro in tutta l’Università di Torino e uno su tre in tutta Italia è rimasto senza contratto da inizio anno secondo i dati citati dall’Assemblea Precaria che definisce il fenomeno come “la più grande espulsione dal posto di lavoro della storia dell’università”. Ci sono poi “le cifre incredibilmente basse degli investimenti che il nostro paese fa per l’Università e la ricerca, e questo è un problema che determinerà la sempre crescente arretratezza del nostro Paese in futuro”, conclude Barbero.
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