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“Sequestri e torture per debiti di droga”: arrestate 11 persone a Roma, cinque sono minori

Hanno prelevato le vittime dalle loro case per condurle in un garage dove, dopo averle legate, le hanno prese a pugni e schiaffi, versando anche acqua bollente
“Sequestri e torture per debiti di droga”: arrestate 11 persone a Roma, cinque sono minori
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Avevano prelevato le loro vittime dalle case conducendole in un garage dove, dopo averle legate mani e piedi, le hanno prese a pugni e schiaffi, con spranghe, arrivando addirittura a versare loro addosso acqua bollente, provocando gravi lesioni. Per questo 11 persone – cinque delle quali minorenni – sono state fermate a Roma con l’accusa, a vario titolo, di tortura, sequestro di persona e porto abusivo di esplosivo al termine di un’inchiesta nata da un arresto in flagranza per detenzione di sostanza stupefacente avvenuto nel marzo 2025. I sei maggiorenni sono finiti in carcere, mentre due dei minori sono stati trasferiti in un istituto penale minorile e 3 collocati presso una comunità. I fatti contestati agli indagati, tutti cittadini italiani, risalgono allo scorso gennaio, sono avvenuti nel quartiere Massimina e avrebbe alla base anche alcuni debiti di droga.

Nella richiesta di misura cautelare vengono riportati i vari episodi di tortura. “Ti taglio tutto, ti ammazzo”, le minacce rivolte nei confronti di una delle vittime, a cui sono stati poi tagliati i capelli con “il coltello alla base del cranio” dopo averlo colpito con delle frustrate. In un altro episodio, che risale al 12 gennaio dello scorso anno, la vittima è stata torturata “versandogli addosso acqua bollente”. Durante l’aggressione gli dicevano “domani devi portare 2 mila euro”, mettendogli anche un coltello sotto la gola.

Le ordinanze cautelari sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari in un’inchiesta congiunta della Dda e della Procura dei minori, sono il frutto degli accertamenti svolti dai carabinieri della Compagna di Roma Trastevere Le verifiche, coordinate dai pm Carlo Villani e Carlo Morra, hanno consentito di raccogliere elementi anche sul mandante, esecutore materiale e ad altri soggetti a coinvolti nell’attentato dinamitardo avvenuto il 30 giugno nel quartiere Primavalle. L’esplosione causò il cedimento dell’androne condominiale di una palazzina Ater.

Il via libera all’attentato arrivò da un detenuto nel reparto di alta sicurezza del carcere di Viterbo. In uno dei capi di imputazione si afferma che un 25enne l’ha commissionato dall’interno del carcere a un minorenne, “dietro promessa di compenso“. Nelle ordinanze firmate dai giudici Livio Sabatini del tribunale ordinario e Paola Manfredonia del tribunale per i Minorenni viene contestata ad alcuni indagati anche la tentata estorsione.

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