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Milano-Cortina, la denuncia dagli Usa: “La pista da hockey nella nuova arena è più corta rispetto agli standard NHL”

Il primo a lanciare l'allarme è stato il portale The Athletic del New York Times: la lunghezza del ghiaccio nell'impianto di Santa Giulia, approvato dalla Federazione internazionale, non rispetta le richieste della lega americana. Così si rischia un caso internazionale a meno di due mesi dai Giochi
Milano-Cortina, la denuncia dagli Usa: “La pista da hockey nella nuova arena è più corta rispetto agli standard NHL”
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Dopo giorni di preoccupazione per i ritardi dell’Arena di Santa Giulia, ora dalle testate statunitensi arriva un nuovo allarme: la pista da hockey delle Olimpiadi di Milano-Cortina è più corta rispetto agli standard previsti dalla NHL. È quanto riportano The Athletic, il portale di sport del New York Times, ma anche ESPN e altri media nordamericani, che definiscono la situazione “incomprensibile” a ormai meno di due mesi dall’arrivo a Milano dei campioni della NHL, la lega di hockey più prestigiosa al mondo. La sensazione comune, almeno oltreoceano, è che Milano-Cortina non stia offrendo l’accoglienza attesa per la disciplina più amata dal pubblico americano. E ora, oltre ai ritardi, anche le dimensioni della pista rischiano di trasformarsi in un caso internazionale alle porte delle Olimpiadi.

Secondo quanto emerso dalle ricostruzioni pubblicate negli Stati Uniti, la superficie di gioco misura circa 3 o 4 piedi in meno rispetto ai canonici 200 piedi delle piste NHL. L’autorevole The Athletic ha riferito che l’IIHF, ovvero la Federazione internazionale di hockey su ghiaccio, ha approvato una pista da hockey lunga 196.85 piedi, quindi più corta di quasi un metro. Un clamoroso errore? No, o almeno non sembra. Perché le misure standard di una pista previste dalla federazione internazionale stabiliscono una lunghezza esattamente di 197 piedi. Sono le piste nordamericane a essere tradizionalmente più grandi: la NHL, che è appunto la principale lega professionista al mondo, prevede misure diverse per favorire lo spettacolo. Il punto però riguarda gli accordi presi da Cio (il Comitato Olimpico Internazionale), Federazione di hockey e NHL. Per capirci qualcosa bisogna procedere con ordine.

I campioni di hockey che giocano nella NHL hanno saltato le ultime due edizioni delle Olimpiadi: l’ultima partecipazione risale al 2014. Dopo una lunga trattativa, però, la lega americana ha concesso il ritorno dei propri giocatori ai Giochi proprio in occasione di Milano-Cortina 2026. Un evento attesissimo negli Usa e in Canada, dove l’hockey è considerata la vera disciplina regina delle Olimpiadi invernali, molto più dello sci alpino. Tra gli accordi presi con la NHL, però, ci sarebbe stato anche quello di prevedere una pista da hockey che rispetti gli standard americani, non quelli internazionali tradizionalmente usati in Europa. Questo almeno sostengono The Athletic, Espn e altre testate specializzate. Questo si intuisce anche dalla rabbia di Pete DeBoer, assistente allenatore della Nazionale canadese, che in un’intervista radiofonica a Sportsnet ha dichiarato: “La superficie del ghiaccio sembra che sarà più piccola rispetto agli standard della NHL di circa 90 o 120 centimetri. Non capisco come sia successo”.

Perché alla fine gli standard richiesti dalla NHL non sono stati rispettati? Difficile saperlo oggi, quando l’impianto è ancora in costruzione. Le testate statunitensi parlano anche “preoccupazione crescente”, legata soprattutto al fatto che l’arena non è ancora stata testata: la prima prova ufficiale è attesa solo a gennaio, a poche settimane dal debutto olimpico. I giornali americani hanno evidenziato con fastidio che i giocatori NHL, al ritorno ai Giochi dopo 12 anni di assenza, “giocheranno in un palazzetto che non è mai stato utilizzato”. E non esiste un piano alternativo.

A peggiorare il quadro c’è la natura stessa della struttura: Santa Giulia è nata come arena privata per i concerti, il problema della dimensione della pista potrebbe essere anche il meno grave. Infatti, come rivelato da Altreconomia, l’impianto presenta alcuni problemi di visibilità in base alle normative previste per gli eventi di hockey su ghiaccio. Lo ha scritto nero su bianco oltre un anno fa la commissione Impianti sportivi del Coni. Per giocare i match olimpici di hockey è stata prevista una deroga, poi a Santa Giulia non vedranno mai più né ghiaccio, né puck, né pattini. L’unico evento sportivo praticabile con successo nella nuova arena sarà il tennis. Come se non bastasse, anche i lavori sul fronte logistico sono in ritardo. La nuova linea del tram che servirà il palazzetto non sarà pronta in tempo: gli spettatori dovranno affidarsi ai bus sostitutivi.

Alcune fonti hanno riferito a ESPN che non ci sono indicazioni sulla possibilità che la NHL arrivi a ritirare i suoi atleti dalle Olimpiadi. Ma il sito HockeyFeed ha rivelato che gli americani avrebbero preferito di gran lunga disputare i match di hockey all’Inalpi Arena di Torino, l’impianto nato proprio per i Giochi del 2006 e ora utilizzato per le Atp Finals. Già solo questo è uno smacco per Milano e per le prossime Olimpiadi invernali.

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