Caos Trapani Shark: cosa ne sarà di squadra e società? I possibili scenari
A Trapani il caos regna sovrano. Mentre Jasmin Repesa – seguito dal suo vice Ivika Skelin – e il capitano Amar Alibegovic fanno le valigie, il presidente degli Shark Valerio Antonini predica nel deserto. Con la convinzione di agire secondo le regole. Ma la realtà – a oggi – racconta di una società in crisi che, dopo i 5 punti di penalizzazione inflitti dalla FIP (Federazione italiana Pallacanestro) e in seguito all’apertura di un fascicolo relativo alla regolarità dell’iscrizione al campionato (che è nelle mani della Procura Federale) rischia di finire nel dimenticatoio. Rischiando di falsificare, di fatto, l’andamento di una stagione cestistica che era partita con ottime premesse e grandi protagonisti. Fallimento immediato oppure una lenta discesa per scarsa competitività? Ecco i possibili scenari.
Via tutti i big e addio alla Champions
La forte presa di posizione di Alibegovic (simbolo degli ultimi anni in casa Shark) potrebbe dare il via a un esodo senza precedenti. I pezzi pregiati quasi sicuramente saluteranno. E anche i nuovi seguiranno a catena. Se dovesse ritrovarsi con una squadra pressoché smantellata per proseguire il campionato, Trapani dovrebbe muoversi necessariamente per via interne inserendo nel roster della prima squadra – insieme a chi deciderà di restare – i ragazzi del settore giovanile. Trapani si trasformerebbe così da contender per il titolo a squadra cuscinetto scarsamente competitiva. Tutto per ammortizzare i costi. Attualmente a quota 11 punti (macchiati da un -5 di penalizzazione a causa di irregolarità amministrative e inadempienze economiche legate al mancato pagamento di stipendi e emolumenti a tesserati e collaboratori), la classifica potrebbe farsi molto complicata per ovvia inferiorità tecnica. Sulla carta, dunque, di quegli Shark resterebbe davvero poco se non nulla. Situazione fotocopia che lo scorso anno costò a Pistoia la retrocessione in Serie A2. E non finisce qui. Perché anche la partecipazione alla Basketball Champions League rimane un grande punto interrogativo.
A Trapani fallimento immediato?
Mentre c’è il rischio che la nave possa affondare davanti ai suoi occhi, il presidente Antonini difende pubblicamente la squadra. Confermando a pieni voti il suo progetto tecnico: “Tutto andrà avanti tranquillamente e siamo tranquilli di poter dimostrare le nostre ragioni nelle sedi opportune”. E anche sul lato economico il patron non ha dubbi: “Le somme per cui sono stato truffato sono state interamente ripagate, non una rateizzazione richiesta dall’Agenzia ma un ravvedimento operoso, pur non concordando su nulla, voluto da noi proprio per l’iscrizione al campionato. La compensazione l’abbiamo pagata tre volte invece di una: dal cassetto fiscale risulta un debito Iva, non Irpef e Inps per cui c’è stata penalizzazione. Ho mandato tutto alla procura e aggiungeremo una memoria difensiva, l’obiettivo è riavere tutti i punti”. Il rischio del fallimento immediato rimane aperto. Per una bolla che dopo mesi potrebbe davvero scoppiare in modo definitivo.
La credibilità del sistema
Una cosa è certa: comunque andrà il sistema perderà di credibilità. Ancora una volta. Per un problema che purtroppo si ripete ciclicamente (vedi Virtus Roma nel 2020). L’ennesima caduta di stile – e d’immagine – per una lega che anche questa stagione rischia di vedere una classifica con altre penalizzazioni (ancora più pesanti) o addirittura con una squadra in meno. Andando a rovinare equilibrio e fascino. È oggettivo che chi affronterà Trapani d’ora in avanti non giocherà contro la stessa delle prime giornate: una situazione che crea indubbiamente un dislivello e mette in palio punti che possono svoltare un’annata. Tutte ipotesi e previsioni, nell’attesa che la Procura Federale faccia il suo. Competitiva e affascinante in campo, frenetica e indecifrabile in società. I tifosi, nel frattempo, chiedono spiegazioni e risposte immediate: cosa ne sarà di Trapani?