NBA Freestyle | A New York è cominciata l’era di Jalen Brunson, ma chi sono i top player di oggi?
Dopo i top player europei, c’è Anthony Edwards?
Chi sono i migliori giocatori della NBA? A bocce ferme, al momento, sembrano essere i seguenti: Nikola Jokic, Shai Gilgeous-Alexander, Luka Doncic e Giannis Antetokounmpo. Bene, uno è serbo, l’altro canadese, il terzo sloveno, mentre l’ultimo è greco. Qualunque appassionato che negli anni ’90 avesse guardato questa classifica, avrebbe avuto serie crisi di identità. Nel 2025, invece, questa è la realtà che si tocca con mano. Back to the Future.
Ma chi è il primo giocatore statunitense dopo i fenomeni del Vecchio Continente? Per come sta giocando, Anthony Edwards andrebbe preso seriamente in considerazione. Guardia-ala con due spalle che fanno provincia, costruito come un bulldog. La stella di Minnesota ha tutto, non gli manca nulla. Compresa l’età, 24 anni. È veloce, è potente, è rapido sia in campo aperto che negli spazi stretti. Salta come se sul parquet ci fossero i coccodrilli.
Ricorda Dominique Wilkins per esplosività. Poi, a dire il vero, c’è anche la maturazione tecnica. E qui siamo messi addirittura meglio. Il ragazzo ha dimostrato ogni anno di saper migliorare, di riuscire a inserire un tassello in più per diventare più completo, meno facile da marcare. In questa stagione, per dire, sta tirando da fuori con il 41,8%. Per uno con il suo primo passo è come sanguinare davanti a uno squalo.
Ha un palleggio di altissimo livello, fondamentali puliti, e non è il classico giocatore da “sono efficace solo nelle situazioni dinamiche”, in stile Zion Williamson. Nell’attacco a metà campo, con la difesa schierata, Edwards sa crearsi la conclusione in palleggio arresto e tiro con grande efficacia. Segna quasi 29 punti di media, mica poco, e difende forte. Ecco, forse, dovrebbe iniziare a creare un po’ di più per gli altri. E non è che i T-Wolves stiano facendo un inizio di stagione proprio con i fiocchi (sesti a Ovest). Dettagli.
Eccovi Cooper Flagg!
Nelle ultime tre partite dei Mavericks si è forse visto cosa potrebbe essere Cooper Flagg per questa lega. Tre partite coincise con tre vittorie. Segni del destino. Il rookie che si allunga e si snoda come Mr Fantastic ha tenuto 27 punti di media, con il picco dei 35 punti rifilati in modo pulito e educato ai disastrosi (e disastrati) Clippers. Lampi di futuro.
Lampi di talento. Fa tutto in modo pulito, Cooper Flagg. Si vede che gli viene facile questo gioco. E quando si vede in modo così chiaro, vuol dire che sei una sorta di predestinato. A un certo punto, si è trovato in palleggio contro James Harden in posizione di guardia, con i Clippers schierati a zona.
Lo ha dribblato con un cambio di mano, facendo finta di sfruttare un blocco, in modo così liscio, che Harden ha avuto la sensazione di separarsi dalla propria anima come in Doctor Strange. Poi si è trovato davanti Zubac (non proprio il più piccino della nidiata…), ulteriore cambio di mano in area, e schiacciata in testa a due mani, salendo in alto in modo così dolce da sembrare una carezza. Una carezza in un pugno, direbbe Celentano. Se mette un tiro da tre decente, ne sentiremo parlare a lungo.
L’era di Jalen Brunson a New York
Prende talmente tanti tiri a partita, che Kobe Bryant sarebbe sembrato “timido” al suo cospetto. Però, bisogna dirlo, i Knicks sono ormai nella sua era. È l’era di Jalen Brunson a New York. Come era stata l’era di Patrick Ewing o quella di Carmelo Anthony. C’è poco da dire. La guardia tiratrice dei Knicks, con un cobra al posto della mano sinistra, ormai da ben quattro stagioni è il fulcro dell’attacco, giocatore chiave, uomo copertina.
Se è un bene o un male, decidetelo voi. Tant’è che comunque New York staziona al secondo posto a Est, senza OG Anunoby (infortunato), con un Josh Hurt in calo dopo il problema alla mano, un Karl-Anthony Towns che sta tirando in modo poco efficiente (e con le cifre in discesa…). Ah, si è da poco fatto male pure Shamet, guardiona che è sempre stata buona, anche se molti se ne erano dimenticati nelle passate stagioni.
Brunson, che deve trovare ancora un tiro che non gli piaccia, continua a macinare punti (27,6 di media), isolamenti, uno contro uno e tiri liberi. La percentuale da tre è scarsina per uno come lui (35%), ma deve ancora nascere il giocatore in grado di impedirgli la conclusione.
That’s all Folks! Alla prossima settimana.