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Ultimo aggiornamento: 15:24 del 4 Dicembre

Crosetto: “Leva volontaria? Abbiamo bisogno di avere una parte kombat sempre più ampia. E stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”

Il ministro della Difesa in commissione al Senato: “Vanno aumentate le forze armate. Abbiamo bisogno di persone che siano pronte in caso di - non voglio dire guerra - ma di crisi”
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Sulla leva volontaria il ministro della Difesa, Guido Crosetto, torna a parlare in Commissione Difesa al Senato e prova a chiarire. “Ero a Parigi e un giornalista francese mi fa una domanda parlando della riforma che ha fatto Macron e io uso il termine che lui – il giornalista – aveva usato nella domanda. Mi ritrovo tutti i giornali italiani a parlare di ‘leva volontaria’ senza che nessuno fosse interessato o ne conoscessi la genesi. Avendo visto il movimento che nasce sul commento di questa parola, mi sono detto: toh, non tutto il male viene per nuocere, perché almeno abbiamo innescato un dibattito”. Per Crosetto “vanno aumentate le forze armate, la loro qualità che non si trovano nelle forze armate, ma sul mercato”. Serviranno – spiega Crosetto – maggiori risorse “per implementare alcune specificità anche utilizzando dei civili”. “Riserva selezionata e meccanismi per attirare le persone, incentivi economici” le strategie da mettere in campo. Un altro tema, secondo Crosetto, è che c’è “bisogno di forze armate professionali che facciano le forze armate sempre di più anche perché stiamo pensando di aumentare le missioni all’estero”. E fa un esempio. “A cosa servono i nostri in Niger? Servono a creare le condizioni per cui magari da quella zona mi arrivino 500mila persone in meno in Italia da gestire, quindi la nostra presenza in Africa sarà sempre maggiore se noi vogliamo andare alla fonte per prevenire cose da gestire solo quando arrivano alla fine”. E questo è un esempio che “implica l’aumento del numero delle forze armate”. Anche per questo, per quanto riguarda il progetto Strade Sicure, “l’ho detto più volte che andava lentamente riaffiorato alle forze di polizia”. Quindi “la cosiddetta leva obbligatoria, con adempio l’introduzione di carabinieri ausiliari, quindi di un’esperienza che non sia a vita, o per tre anni, ma anche meno vincolante di un anno, finita la quale uno può provare meccanismi per cui dopo un anno uno può rientrare nelle forze armate. Ma tutte queste cose sono diverse e sono i temi che io vorrei porre a gennaio-febbraio alla discussione del Parlamento”.

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