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Ultimo aggiornamento: 19:01 del 4 Dicembre

Il corteo degli operai Ilva a Genova, le tensioni con la polizia e la stazione occupata: “Non saremo complici del governo” | Video

Una giornata in piazza con i lavoratori del siderurgico, al quarto giorno di sciopero
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“Chi lavora sa cosa costano quattro giorni di sciopero per un operaio metalmeccanico, ma non vogliamo essere complici del Governo che rischia di mettere la parola fine alla siderurgia in Italia”. Così Armando Palombo, portavoce dei lavoratori dell’ex-Ilva di Genova, commenta la lunga giornata di contestazione e di sciopero dell’acciaieria di Cornigliano, che resta bloccata da quattro giorni. Lacrimogeni lanciati a grappolo prima e sparati ad altezza uomo in un secondo momento hanno accolto i duemila manifestanti davanti alla Prefettura. Ai metalmeccanici si sono uniti nel corteo altri lavoratori delle fabbriche genovesi, i portuali e alcuni gruppi studenteschi. Alcune uova sono state lanciate verso la grata che impediva l’avvicinamento alla Prefettura, poi sradicata da uno dei mezzi pesanti che hanno attraversato la città insieme al corteo. La sindaca Silvia Salis e il presidente della Regione Marco Bucci hanno incontrato i lavoratori, che hanno occupato per un paio d’ore la stazione di Genova Brignole. “Resisteremo alla genovese – spiegano i lavoratori – Cioè fino alla fine e con tutti i mezzi a nostra disposizione”. Dopo il flop del primo incontro, previsto per domani a Roma un secondo faccia a faccia tra il ministro Adolfo Urso, Bucci e Salis: “Chiederemo una soluzione per Genova, a partire dallo sblocco delle 45mila tonnellate di acciaio necessarie per non fermare la lavorazione della fabbrica genovese”. La giornata si è conclusa con il ritorno dei lavoratori in sciopero a Cornigliano, dove prosegue il blocco stradale che va avanti da lunedì: “La fabbrica non deve chiudere”. Mentre continua il silenzio di Giorgia Meloni, alla quale è stato chiesto di prendere in mano il dossier: una mossa che farebbe terminare le agitazioni.

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