Carceri, la destra litiga sull’indultino. La Russa: “Chi è a fine pena esca a Natale”. No di Mantovano: “Aumentiamo i posti”
Un “mini-mini-indultino” per Natale, che permetta “a chi ha scontato la maggior parte della pena di finire di scontarla dentro di sé o in un altro luogo, con l’unica esclusione dei reati contro le forze dell’ordine”. Con l’avvicinarsi delle festività, Ignazio La Russa torna a indossare i panni di alfiere dei diritti dei detenuti e rilancia la proposta di un provvedimento di clemenza per ridurre il sovraffollamento penitenziario: “Un decreto che, senza nulla togliere alle problematiche più ampie, dia un po’ di respiro alle carceri al collasso”. L’ispiratore ancora una volta è Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma recluso a Rebibbia per traffico di influenze: “Gianni mi segnalato il problema. La pena non può in nessun caso ledere la dignità della persona, su questo mi sento di continuare la battaglia”, ha detto martedì La Russa alla presentazione del libro di Alemanno, “L’emergenza negata”. “Però”, ammette, “le speranze sono modeste“: il governo finora ha chiuso le porte a qualsiasi forma di indulto, affossando la proposta di legge del deputato renziano Roberto Giachetti – che voleva potenziare gli sconti di pena per “buona condotta” – e puntando su un piano a lungo termine per aumentare i posti nelle carceri. Ma “se anche l’edilizia carceraria fosse la soluzione”, avverte il presidente del Senato, gli effetti si vedranno “di qui a due anni. E in questi due anni qualcosa si può fare”.
Parodi (Anm): “Spero in convergenza ampia”
La Russa chiarisce di non pensare più a “una proposta specifica” come quella di Giachetti, ma solo a “una mozione degli affetti“: “Consentire a chi sta per uscire, per esempio a uno che è in carcere e esce il 15 di gennaio, facciamogli fare le vacanze di Natale a casa con i figli, con la moglie, con la mamma. Questa è la mia proposta, ma non mi arrabbio se non può essere accolta. Capisco benissimo le ragioni di chi dice”, come il ministro della Giustizia Carlo Nordio, “che questo può significare un incentivo a commettere reati“. L’appello di La Russa trova la sponda del presidente dell’Associazione nazionale magistrati Cesare Parodi: “Il tema del sovraffollamento carcerario”, dice all’Ansa, “è un’emergenza cui ci chiama la Costituzione e rispetto alla quale è necessario far fronte con soluzioni rapide e immediate. Concordo con lo spirito” della proposta di La Russa “e spero si possa quindi trovare una convergenza ampia a partire da quanto ha dichiarato il presidente del Senato”, afferma.
Il no di Mantovano: “Aumenteremo i posti in cella”
La proposta incassa gli endorsement anche di una parte del centrosinistra e di Forza Italia, il partito della maggioranza da sempre meno ostile a un indulto: “Il presidente La Russa affronta un tema, quello della vita in carcere dei detenuti, che abbiamo sempre sostenuto. Saremmo favorevoli a un provvedimento che vada nel senso da lui aspicato. Ma ovviamente va prima letto il testo dell’eventuale decreto”, afferma diplomaticamente il deputato azzurro Enrico Costa. Ma dal governo arriva ancora una volta uno stop, per bocca del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, che insiste sull’edilizia carceraria: “Noi stiamo lavorando in modo intenso perché si affronti la questione del sovraffollamento carcerario con un congruo incremento dei posti all’interno degli istituti di pena, per cui il gap esistente adesso, tra circa 53mila disponibilità rispetto alle quasi 64mila presenze, contiamo di colmarlo in due anni con un lavoro intenso”.
Serracchiani (Pd): “Dalla destra gioco delle parti”
Dalle opposizioni, invece, si evidenziano i disaccordi interni al centrodestra: “Con il suo appello il presidente del Senato di fatto boccia il governo Meloni che in tre anni non ha fatto niente per alleggerire l’emergenza carceraria. Giusto pensare a soluzioni per far scontare l’ultima parte di pena fuori dalle carceri, ma per far diventare realtà questo auspicio sarebbe stato sufficiente approvare nel decreto carceri la proposta del M5s per introdurre le Case di comunità di reinserimento sociale, cioè strutture di dimensioni limitate cui destinare i detenuti che devono espiare una pena detentiva residua non superiore a dodici mesi, salvo alcuni specifici casi di esclusione”, accusano i membri pentastellati delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. Dal Pd la responsabile Giustizia Debora Serracchiani si rivolge a Mantovano: “Sono tre anni che non fate niente per il sovraffollamento delle carceri italiane. Anzi lavorate per peggiorarne le condizioni come sta accadendo per esempio negli istituti minorili. Sono tre anni che promettete interventi, avete fatto decreti carceri urgenti e ancora non avete fatto niente. Del resto il ministro ritiene che il sovraffollamento serva come deterrente per i suicidi in carcere. Il solito gioco delle parti all’interno del governo sulla pelle delle persone”.
Magi (+Europa): “Ennesima presa in giro”
Polemico anche il segretario di +Europa Riccardo Magi: “Più che un regalo di Natale, la proposta della seconda carica dello Stato rischia di essere un vero e proprio “pacco” di Natale, oltre che l’ennesima presa in giro nei confronti dei detenuti e delle detenute. Ci dica infatti La Russa in quale finestra dei lavori parlamentari intende inserire questo provvedimento, essendo Senato e Camera in piena sessione di bilancio. Se invece si tratta di un provvedimento del governo, la risposta, purtroppo negativa, è già arrivata dal sottosegretario Mantovano. Da parte nostra, qualora si dovesse trovare lo spazio nei lavori parlamentari, non ci sarebbe alcun problema a votare una misura di questo tipo. Ma è abbastanza improbabile che una maggioranza che finora ha dimostrato solo di voler sbattere quanta più gente possibile in galera, trovi la volontà politica, e i numeri, per una misura come il mini-indulto. A Natale siamo tutti più buoni, ma forse La Russa pensa che siamo anche tutti più fessi“, conclude.