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Schlein critica il governo per i rapporti con Israele e Fassino parla alla Knesset: “Paese democratico, anche negli ultimi due anni”

Il deputato dem ha parlato al parlamento israeliano col gruppo di collaborazione parlamentare previsto dal protocollo con Israele con la finalità di rilanciare l’amicizia tra i due popoli a fianco del leghista Paolo Formentini, presidente del gruppo, e al deputato di Forza Italia, Andrea Orsini
Schlein critica il governo per i rapporti con Israele e Fassino parla alla Knesset: “Paese democratico, anche negli ultimi due anni”
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Il deputato del Pd Piero Fassino fa da ponte con i colleghi di maggioranza verso Israele, Paese che comunque, ha detto oggi pomeriggio collegato in diretta dal Parlamento di Gerusalemme, per lui “è una società aperta, una società libera, una società democratica, una società che anche su questi due anni – quelli dell’invasione della Striscia di Gaza, ndr – e sulle prospettive ha una dialettica democratica per chi propone certe soluzioni e chi ne propone altre”. Senza specificare le soluzioni in campo, tra cui al momento avrebbe dovuto menzionare anche il genocidio in corso. Ilfattoquotidiano.it ha provato a contattare Fassino per ulteriori chiarimenti, ma al momento risulta irraggiungibile.

Nonostante la segretaria del Pd Elly Schlein abbia criticato fino a poche settimane fa i rapporti con il governo di Netanyahu e chiesto a Giorgia Meloni nello specifico di interrompere quelli militari, il deputato dem ha parlato alla Knesset col gruppo di collaborazione parlamentare previsto dal protocollo con Israele con la finalità di rilanciare l’amicizia tra i due popoli a fianco del leghista Paolo Formentini, presidente del gruppo, e al deputato di Forza Italia, Andrea Orsini. Il dem non compare nemmeno tra i membri ufficiali sul sito della Camera: la lista annovera, oltre a Formentini e Orsini, Giuseppe Provenzano (Partito Democratico), responsabile esteri di Schlein, Stefano Giovanni Maullu (Fratelli d’Italia) e Alfonso Colucci (M5S). I dem prendono le distanze: Provenzano, fanno sapere dal partito, non era informato della missione, comunque Fassino gli era già subentrato nel gruppo e la pagina web non è stata ancora aggiornata.

L’occasione per il collegamento è stata la conferenza stampa ospitata dalla Lega presso la sala stampa della Camera e organizzata da Celeste Vichi, presidente dell’Unione associazioni Italia-Israele, la stessa presidente che ha premiato il vicepremier Matteo Salvini lo scorso 22 luglio ber i buoni rapporti con Tel Aviv.

Fassino, in video, attorniato dalle bandierine tricolore e con la stella di Davide ha fatto uno degli interventi più calorosi: “Naturalmente, nel momento in cui siamo qui, tutti i nostri colloqui stanno vertendo sulla situazione che da due anni vive Israele e le sue prospettive – ha specificato – Quindi questo è il senso anche della nostra visita, ossia riaffermare la necessità di una relazione forte tra Italia e Israele, ripeto, essendo legittimo in ciascuno l’esprimere valutazioni diverse sulle scelte che il governo israeliano fa. I governi passano, gli Stati rimangono e noi siamo interessati a costruire una relazione tra Italia e Israele che vada al di là dell’orizzonte di un governo che in questo momento è in carica”.

Per Vichi il collegamento di oggi ha avuto “un altissimo valore politico, la vicinanza a Israele può veramente essere un valore trasversale”. Dall’Italia hanno partecipato all’evento Alessandro Bertoldi, direttore dell’Istituto Milton Friedman, e Lidano Grassucci, vicepresidente dell’Unione delle associazioni. Grassucci si è lamentato: “C’era gente che mentre passava dalla sala stampa ha guardato lo schermo e vedendo i parlamentari con le bandierine di Israele ha detto ‘mamma mia”’. E se l’è presa con “i movimenti per la liberazione della donna, degli omosessuali, che invocano la libertà, che si trovano a difendere Stati teocratici”. L’associazione ieri ha ha fatto il suo settimo congresso e ha richiesto l’adozione di un disegno di legge che recepisca la definizione operativa di antisemitismo e Grassucci ha fatto l’elenco dei partecipanti in presenza o in collegamento: oltre all’ambasciatore israeliano, Jonathan Peled, il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, la leghista Simonetta Matone, il deputato del Pd, Graziano Delrio, e di PiùEuropa, Benedetto Della Vedova, c’era anche Stefano Parisi, presidente dell’associazione Setteottobre.

I parlamentari hanno ricordato che questa mattina è stata vandalizzata la sinagoga di Monteverde Vecchio, a Roma, e per loro è in corso uno scontro di civiltà. Per il forzista Orsini “difendere Israele non significa difendere un Paese liberale e democratico, significa difendere noi stessi. L’ebraismo è una delle parti costituenti della nostra cultura, della nostra civiltà, dell’Occidente”. Formentini ha chiuso il collegamento con una promessa: “Vi salutiamo e continueremo a collaborare quando torneremo in Italia”.

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Riceviamo e pubblichiamo

AL DIRETTORE
Direttore,
in relazione all’articolo a firma di Vanessa Ricciardi del 2 dicembre su una visita di parlamentari italiani in Israele, corre l’obbligo di alcune indispensabili precisazioni.
La visita in Israele ha riguardato i membri del Gruppo di coordinamento del Protocollo di Cooperazione tra Knesset e Camera dei Deputati, sottoscritto anni fa e rinnovato ad ogni legislatura. il Gruppo è costituito da 5 parlamentari appartenenti ai principali gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione. E per inciso, ad inizio di legislatura, il Pd era rappresentato dall’on. Provenzano a cui, su sua proposta, sono subentrato io.

La presenza degli onn. Formentini, Orsini e Fassino non era dunque espressione di un’intesa politica, ma di rappresentatività parlamentare. La visita – più volte rinviata mentre era in corso la guerra – è stata finalizzata ad un approfondimento sulla situazione all’indomani della tregua adottata con il Piano Trump e sulle prospettive di un percorso di pace.

Proprio per questa finalità di ricognizione sul campo, la delegazione ha avuto un programma di incontri a 180 gradi con l’intero arco delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, tra cui il Ministro degli Esteri Saar e Yair Golan leader del principale partito di opposizione. In nessun momento la delegazione ha manifestato avallo alle politiche del governo israeliano, incoraggiando ogni nostro interlocutore a sostenere senza reticenze tutti i passi utili al processo di pace.

Personalmente, poi, in tutti i colloqui ho sollecitato ad agire per una soluzione alla questione della statualità palestinese, senza la quale non vi potrà essere una pace stabile e sicura. Così come ho sottolineato la gravità della situazione in Cisgiordania e la necessità di bloccare l’attività terroristica di gruppi estremistici di settlers.
Insomma una visita istituzionale volta ad un aggiornamento della situazione, sulla quale ogni forza politica mantiene legittimamente le proprie valutazioni.

Ringraziando per la pubblicazione,

Piero Fassino

Prendiamo atto della specificazione del deputato che conferma la correttezza della ricostruzione dell’articolo (V.R.)

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