
Le problematiche della medicina territoriale emerse nell'ultima puntata di Report e le proposte per un sistema sanitario più efficiente
Ho visto con attenzione l’ultima puntata di Report. Ringrazio Giulio Valesini per l’impegno profuso e per l’intuizione.
Da tempo sappiamo che la medicina di base è all’ultimo piatto e non potrà più, come è strutturata, avere un futuro. L’acqua invade da tutte le parti un servizio che non esiste più e che la pandemia ha ampliato a dismisura. Bisogna rifondarla veramente a cominciare dagli studi. Non più medici e specialità (dieci anni) o medici e corso regionale (9 anni) ma una facoltà nuova, come odontoiatria si è separata dalle altre specialità. Medicina del Territorio (5 anni) che porterebbe nuove forze in campo lontane dai sindacati che proteggono l’indipendenza e i voti degli attuali medici di base che sono alla frutta appunto. Medici dipendenti del Ssn allocati negli ospedali pubblici e privati accreditati in reparti “sempre aperti” e disponibili ai cittadini per raggiungere una diagnosi e una terapia utili alla guarigione a contatto con tutti gli specialisti e le attrezzature utili. Così facendo i Pronto Soccorso tornerebbero liberi per le urgenze vere visto che oggi, invece, sono riempiti da chi non ha una assistenza di base e da chi non riesce ad averla visto gli orari limitati degli studi privati accreditati.
Certo, come mi ha scritto un lettore, avremmo bisogno di nuove risorse ma si potrebbero trovare dai “vecchi” medici di base che vanno in pensione, dagli esami di inutile prescrizione, dalla medicina difensiva, dall’utilizzo della sanità come interesse privato (quanti esami appunto fino ad arrivare a quanti interventi non indispensabili vengono eseguiti? Chi controlla?). Invece forse si nasconde tutto; a causa del fatto che le organizzazioni sindacali dei medici di base contano molto sull’elezione dei Presidenti degli Ordini dei medici locali e nazionali? O forse ancora che l’Ente di previdenza dei medici (Enpam) investe troppi soldi in titoli di stato e ha paura di implodere non capendo che anzi i medici “versatori” aumenterebbero e le risorse economiche sarebbero allocate meglio e non usate a fini personali o di organizzazioni? Giorgetti cosa dice?
Perché ad ascoltare la puntata di Report vengono tanti dubbi. La Regione Puglia, ad esempio, paga incentivi ai medici di base? 690 euro per la segreteria? Fondi per infermieri di studio e strumentario? Bisogna condividere i dati dei pazienti e l’applicazione informatica per comunicare tra loro e il software la fa la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale Fimmg, mentre la Regione paga 75 euro a dottore per il software? Ma non basterebbe avere History Health per non far “girare” dati sensibili lasciandoli solo in mano ai pazienti che li condividono solo se lo riterranno utile al bene di tutti, per un periodo limitato?
Veramente occorre svoltare e smettere di incolpare soltanto, perché altrimenti non si finisce più di scavare e andare a fondo. Auspico una trasmissione che dica cosa fare di fattibile adesso per gli esseri umani di domani: un Report aperto ad un futuro migliore per tutti.