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Ilva, operai in rivolta a Genova: tende in strada e traffico bloccato per la chiusura di un reparto

Lo sciopero non si fermerà fino a quando il ministro Urso non garantirà il funzionamento della zincatura. La preoccupazione di Regione e Comune: "Non c'è un progetto"
Ilva, operai in rivolta a Genova: tende in strada e traffico bloccato per la chiusura di un reparto
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Le rassicurazioni non convincono, quindi la lotta riprende. Visibile e fragorosa, come già era avvenuto dopo la conferma del “piano di chiusura” da parte del ministero delle Imprese e del Made in Italy. Gli operai dell’ex Ilva di Genova tornano a manifestare perché – sostengono – le promesse di Adolfo Urso non bastano, servono i fatti. Insomma, è necessario che il reparto zincatura continui a lavorare come quello della latta, l’unico sul quale al momento il governo garantisce.

Fino a quel momento, i lavoratori non sembrano avere intenzione di fermarsi. Dopo l’assemblea di lunedì mattina, come nelle proteste del 19 e 20 novembre, hanno montato le tende e bloccato il traffico a Cornigliano, dove si trova lo stabilimento siderurgico: “Restiamo qui in attesa che dai commissari e dal ministro arrivino le 200mila tonnellate di zincato tolte”, ha avvisato il sindacalista Fiom Armando Palombo. “Non ci sarà nessun aumento della cassa, dovremmo stare 4 mesi senza fare niente – ha aggiunto – A un 50enne prospettare uno scenario così non è bello, prima che ci prendano per eutanasia noi ci attiviamo”.

L’incontro di venerdì a Roma con il ministro, al quale non hanno partecipato le segreterie nazionali, è ritenuto “del tutto insoddisfacente” da Antonio Apa, coordinatore Uilm Liguria. “Non abbiamo avuto riposte di nessun tipo, soprattutto non c’è stata data nessuna rassicurazione né industriale né occupazionale – ha detto ancora – Continueranno le manifestazioni se il governo non riprenderà il confronto con i tre segretari generali, ovviamente ritirando il piano di chiusura della siderurgia”. Per il leader regionale dei metalmeccanici Uil, le rassicurazioni di Urso “non ci convincono” e ritiene che “abbia fallito sulla cessione”.

Sul chi va là che anche la Regione Liguria: “Venerdì siamo riusciti a ottenere perlomeno la latta e adesso stiamo lavorando per la zincatura, quindi andremo avanti anche per questo. Ci saranno questa settimana ulteriori incontri con il ministro Urso e quindi andremo avanti – ha spiegato il presidente Marco Bucci – C’è da negoziare e andremo avanti a negoziare, ma siamo in attesa del compratore finale e faremo tutto il possibile affinché questo possa avvenire entro 28 febbraio”.

La sindaca Silvia Salis si è detta “enormemente spaventata” perché “non c’è un progetto su come mantenere insieme tutti i siti, su come fare gli investimenti, non c’è chiarezza sugli investitori e soprattutto la cosa più importante e che spaventa di più i lavoratrici e i lavoratori è che lo Stato non si è impegnato nettamente nel dire in caso di mancata assegnazione ‘noi ci impegneremo con una statalizzazione’ anche provvisoria e transitoria per poter garantire la produzione, poter garantire l’arrivo di nuovi investitori”.

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