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Raid alla Stampa, bufera su Francesca Albanese: “Condanno, ma serva da monito”. Meloni: “E’ molto grave”

"Non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma al tempo stesso che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro", ha detto la Relatrice Onu a Roma
Raid alla Stampa, bufera su Francesca Albanese: “Condanno, ma serva da monito”. Meloni: “E’ molto grave”
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Hanno subito scatenato polemiche le parole della Relatrice speciale Onu per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, che ha condannato l’assalto alla redazione torinese della Stampa. Aggiungendo l’auspicio che quanto accaduto possa servire da “monito” all’informazione perché “torni a fare il proprio lavoro”. “E’ necessario che ci sia giustizia per quello che è successo alla redazione. Sono anni che incoraggio tutti quanti, anche quelli più arrabbiati, la cui rabbia comprendo e credetemi è anche la mia, che dico bisogna agire così” con le mani alzate, che “non bisogna commettere atti di violenza nei confronti di nessuno, ma al tempo stesso che questo sia anche un monito alla stampa per tornare a fare il proprio lavoro, per riportare i fatti al centro del nuovo lavoro e, se riuscissero a permetterselo, anche un minimo di analisi e contestualizzazione”. Albanese ha parlato così dal palco di Rebuild Justice, l’evento organizzato dal Global Movement to Gaza all’Università Roma Tre, in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese. Poi, rispondendo ai giornalisti che l’hanno fermata a margine, ha chiesto “Perché non avete anche coperto quello che è successo a Genova e in altre 40 o 50 città italiane dove sono in tantissimi a essere scesi in piazza?”.

“È molto grave che, di fronte a un episodio di violenza contro una redazione giornalistica, qualcuno arrivi a suggerire che la responsabilità sia – anche solo in parte – della stampa stessa. La violenza non si giustifica. Non si minimizza. Non si capovolge”. La risposta arriva direttamente dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Sui social aggiunge: “Chiunque cerchi di riscrivere la realtà per attenuare la gravità di quanto accaduto compie un errore pericoloso. La libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e va difesa sempre, senza ambiguità”, conclude Meloni. Che non è la sola a respingere i distinguo di Albanese. “Mi fanno orrore le parole di Albanese sulla aggressione fascista alla redazione de La Stampa, la solidarietà pelosa, il ditino, il ‘monito’ a chi fa bene il suo mestiere, quello di informare. Le lezioni anche no”, scrive sui social il senatore del Pd, Filippo Sensi. E poi la Lega, con la deputata Simona Lizzo: “E’ inquietante dare la solidarietà ai giornalisti de La Stampa vittime di un’aggressione para comunista e poi dire, ‘che sia da monito’: le parole di Francesca Albanese sono veramente inquietanti e il centrosinistra sta in silenzio. Qual è il significato? Che i giornalisti devono stare attenti a non criticare i pro-Pal sennò poi subiscono le conseguenze?”.

Per il partito della premier ha parlato, tra gli altri, il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Alfredo Antoniozzi. “Che significa, “dò la solidarietà a La Stampa ma sia un monito”? Le parole di Albanese sono molto gravi. Significa che i giornalisti italiani sono occupati da ‘neo sionisti, nazisti, fascisti’? Qual è il monito? Che bisogna stare attenti a ciò che si scrive? Rimango veramente perplesso e basito”. E poi Carlo Calenda, con un augurio: “Albanese è un’altra di quelle figure – come Ilaria Salis – di cui la sinistra si dovrà a un certo punto vergognare. Speriamo”, ha scritto su X il leader di Azione.

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