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Ucraina, l’Ue si oppone al piano di pace di Trump: “Preoccupante. No al riconoscimento dei territori in mano ai russi”

Nella risoluzione approvata dall'Eurocamera si prendono le distanze da diversi punti del documento pensato dagli Usa e sul quale sono state avviate le discussioni a Ginevra
Ucraina, l’Ue si oppone al piano di pace di Trump: “Preoccupante. No al riconoscimento dei territori in mano ai russi”
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“Preoccupazioni” in merito al piano di pace proposto dagli Stati Uniti per possibili conflitti con “il diritto internazionale e la sicurezza dell’Europa e dell’Ucraina” e nessun futuro riconoscimento dei territori sotto il controllo russo. L’Unione europea ribadisce la propria contrarietà a una pace in Ucraina sulla base dei colloqui iniziati a Ginevra e ancora in corso tra le parti. E lo fa con l’ennesima risoluzione del Parlamento europeo, approvata a larghissima maggioranza (401 voti a favore, 70 contrari e 90 astenuti), che chiede una “pace giusta e duratura, che si fondi sul diritto internazionale e che rispetti pienamente l’integrità territoriale, l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina”.

Nel testo che ha ottenuto il via libera della Plenaria di Strasburgo si legge che “la Russia dimostra costantemente di non avere alcun interesse a conseguire la pace e continua ad attaccare i civili e le infrastrutture in Ucraina”. Per questo, la posizione assunta dall’amministrazione Trump, per i gruppi che rappresentano l’emiciclo, non è né efficace né rispettosa del diritto internazionale. E ribadiscono invece che “una strategia europea per la pace in Ucraina deve fondarsi sul diritto internazionale, rafforzare la sicurezza europea, preservare e ripristinare la sovranità e l’integrità territoriale ucraina ed essere accettabile per l’Ucraina e il suo popolo, nonché fungere da base per qualsiasi altro negoziato diplomatico. La pace non può essere raggiunta cedendo all’aggressore, bensì fornendo un sostegno risoluto e costante all’Ucraina e dissuadendo in maniera adeguata la Russia dal ripetere tale aggressione in futuro”.

Dopo aver ribadito le proprie posizioni su garanzie di sicurezza per Ucraina ed Europa, ricorso all’articolo 5 della Nato, risarcimenti e processi per stabilire le responsabilità per i crimini di guerra e contro l’umanità commessi nel corso del conflitto, Bruxelles tocca poi un altro punto controverso, sul quale la discussione a Ginevra rimane aperta: l’uso dei beni russi congelati per sostenere Kiev. L’Ue, continua la risoluzione, “invita gli Stati membri ad adottare e attuare, senza ulteriori indugi, un ‘prestito di riparazione‘ giuridicamente e finanziariamente solido a favore dell’Ucraina, finanziato con i beni russi congelati e sottolinea che il destino e le condizioni d’investimento di tali beni non possono essere oggetto di trattative senza l’Ue“. Passaggio, quest’ultimo, che vuole essere un messaggio indirizzato a Mosca, che non riconosce l’autorità dell’Unione nelle trattative, e a Washington, che ha tenuto poco conto dei messaggi inviati dal Vecchio Continente. Nella prima bozza circolata sembra, sembra che i piani statunitensi su questo aspetto fossero diversi: “100 miliardi di dollari dei fondi russi congelati saranno investiti in uno sforzo guidato dagli Stati Uniti per ricostruire e investire in Ucraina. Gli Stati Uniti riceveranno il 50% dei profitti da questa impresa. L’Europa corrisponderà questo contributo di 100 miliardi di dollari per aumentare gli investimenti disponibili per ricostruire l’Ucraina. I fondi europei congelati saranno sbloccati. Il resto dei fondi russi congelati sarà investito in un veicolo di investimento separato Usa-Russia che perseguirà progetti congiunti Stati Uniti-Russia in aree da definire. Questo fondo mirerà a rafforzare la relazione e aumentare gli interessi comuni per costruire una forte motivazione a non tornare al conflitto”.

Un altro punto particolarmente delicato è quello che riguarda la futura spartizione dei territori. Nelle varie versioni del piano americano circolate, si legge a grandi linee che Crimea, Luhansk e Donetsk saranno riconosciute de facto come russe, Kherson e Zaporizhzhia saranno congelate sulla linea di contatto, la Russia rinuncerà ad altri territori concordati che controlla al di fuori delle cinque regioni, le forze ucraine si ritireranno dalla parte della regione di Donetsk che attualmente controllano e quest’area di ritiro sarà considerata una zona cuscinetto neutrale smilitarizzata. Ben diversa, invece, la posizione dell’Europa: “Il territorio ucraino temporaneamente occupato non sarà legalmente riconosciuto dall’Ue e dagli Stati membri come territorio russo e dovrebbe essere inviata su entrambi i lati della linea di contatto una solida missione internazionale di osservazione e mantenimento della pace”.

“La risoluzione votata dal Parlamento europeo sull’Ucraina è un tentativo maldestro di mettere i bastoni fra le ruote nel processo di pace in corso – si legge in una nota del Movimento 5 Stelle al parlamento Ue – Il testo promuove una strategia di pace europea che deve fondarsi sulla preservazione e il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina, una soluzione irrealistica visto l’andamento sul terreno della guerra e dei negoziati mediati dagli Stati Uniti. Incomprensibilmente è stato inoltre bocciato il nostro emendamento che denunciava i gravi casi di corruzione in Ucraina che hanno dimostrato lo sperpero dei soldi dei contribuenti italiani ed europei. La risoluzione stabilisce altre condizioni che rendono i negoziati difficili, se non impossibili, come quello che chiede nessuna limitazione alle capacità militari ucraine, garanzie di sicurezza equivalenti all’articolo 5 della Nato, risarcimenti e responsabilità prima di ogni trattativa e la possibilità per l’Ucraina di aderire ad alleanze di sicurezza come la Nato. L’Ue deve lavorare per raggiungere una pace giusta senza porre nuove condizioni che potrebbero sfociare in una nuova escalation e per questa ragione non potevamo sostenere questa risoluzione. Dopo quasi quattro anni dall’inizio del conflitto meglio una brutta pace che una sporca guerra”.

X: @GianniRosini

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