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“Vogliono tornare a casa”, “Sono distrutti e traumatizzati”: il racconto dei genitori dei bambini che vivevano nel bosco

La coppa difende il loro stile di vita, l'uomo spiega il progetto per ampliare la casa e denuncia il trauma dei figlii: "Li ho visti solo dieci minuti, non li lascio soli"
“Vogliono tornare a casa”, “Sono distrutti e traumatizzati”: il racconto dei genitori dei bambini che vivevano nel bosco
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Mentre la politica blatera, il ministro della Giustizia pensa di dover intervenire e i magistrati fanno quadrato intorno ai colleghi, i genitori dei bimbi allontanati dalla capanna in cui vivevano, prima di essere allontanati per ordine del Tribunale dell’Aquila, spiegano ai giornalisti cosa sta accadendo ai figli e cosa accade a loro. “C’è stata la fase della rabbia, poi quella della paura. Ora sono superate, sono fiducioso” confida al Corriere della Sera che vuole ricongiungersi con la sua famiglia. L’uomo spiega anche che l’abitazione – considerata inadatta per assenza di corrente elettrica e acqua – verrà migliorata. “Si tratta di un progetto studiato da un ingegnere al quale ci siamo rivolti. Prevede di aggiungere un locale alla casa. Ospiterà cucina e bagno“, dichiara rispondendo alle critiche sulla inadeguatezza delle condizioni abitative.

Le criticità

I piccoli, una bambina di 8 anni e due gemelli di 6, vivevano in quello che appare come un rudere fatiscente e privo di utenze e in una roulotte nel bosco a Palmoli (Chieti). per i magistrati è stato necessario allontanare i minori dall’abitazione familiare, “in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge”. Inoltre, “l’assenza di agibilità e pertanto di sicurezza statica, anche sotto il profilo del rischio sismico e della prevenzione di incendi, degli impianti elettrico, idrico e termico e delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità dell’abitazione, comporta la presunzione ex lege dell’esistenza del periodo di pregiudizio per l’integrità e l’incolumità fisica dei minori”.

Solo latte di soia e niente tv

A questi dati l’uomo replica così: “Hanno detto che viviamo nell’inconsapevolezza. Invece abbiamo il nostro know how – continua, ricordando la cura con cui gestiscono la vita familiare e le coltivazioni di frutta e verdura -. Vorrei dire qualcosa che non è stato compreso: noi proviamo una particolare soddisfazione a nutrirci dei prodotti della terra da noi stessi coltivata. Una soddisfazione nel fare a meno di tutto ciò che è in più”. Un’alimentazione di fatto vegana, ma non seguita da uno specialista e sconsigliata dalla letteratura scientifica e dalle società di pediatria. Almeno nei primi sei anni di vita, secondo gli esperti, i bambini non dovrebbero mai fare a meno dei derivati di origine animale. L’uomo tiene a specificare: “Niente latte di mucca. Non mangiamo animali), verdure e frutta solo delle nostre coltivazioni. Colazione? Tè con porridge. Voi continuate a concentrarvi su cose superflue. A noi non servono. Non abbiamo elettrodomestici, ma non ci servono. Non abbiamo la tv. In compenso abbiamo due pc che vengono utilizzati anche dai bambini per studiare”.

“Sotto choc”, “euforici”

Il padre dei piccoli dice che sono “Sono sotto choc per questa separazione. È difficile spiegare, si tratta di un equilibrio a cui sono abituati. La sera ci si ritrova tutti assieme per mangiare, scherzare, giocare. Questo è venuto meno. Sono distrutto. Li ho visti dieci minuti questa mattina, il tempo di lasciare indumenti e giocattoli e li ho dovuti lasciare. Nel centro dove li hanno portati non è prevista la mia presenza”.

Anche la madre ritiene che i figli stiano vivendo un trauma: “Li vedo stranamente euforici, e capisco che è la dimostrazione della loro ansia. Vorrebbero tornare a casa, tornare ad essere un nucleo familiare. Io resto qui, non li lascio soli. I nostri figli non andranno in una scuola ortodossa, continueranno a ricevere un’educazione familiare e naturale, si chiama unschooling e ti connette con la parte destra del cervello” aggiunge ribadendo il loro progetto educativo. L’avvocato Giovanni Angelucci sta preparando l’appello contro l’ordinanza che ha sospeso la responsabilità genitoriale. I genitori, intanto, confidano che il progetto edilizio, con stanze aggiuntive e bagno interno, possa migliorare le condizioni della casa e consentire il ritorno dei figli.

“Quando torniamo a casa?”

“Sono stato in struttura dalla madre e dai figli, i bambini li ho trovati bene, mi sono corsi incontro, mi hanno abbracciato, li ho presi in braccio, ci siamo salutati molto affettuosamente, erano sorridenti ma con un filo di malinconia negli occhi, il maschietto mi ha abbracciato, era felice di rivedermi ma la prima cosa che mi ha detto è ‘quando ci riporti a casa?'” ha riferito all’Ansa Angelucci che parlando della madre dei bimbi ha detto: “È molto scossa, ha pianto, abbiamo avuto un lungo colloquio insieme: il primo obiettivo – ha aggiunto il legale – è quello di far riunire la famiglia, il secondo è quello di riportarli a casa, certamente questi due passaggi molto probabilmente non potranno coincidere a livello di tempistica però mi auguro che a stretto giro si possa sicuramente ottenere il ricongiungimento della famiglia, e poi con i tempi tecnici di cui necessita un’operazione simile realizzare il bagno adiacente alla casa e farli rientrare”.

La donna, che è collocata al piano superiore, non può vivere costantemente con i propri figli ma può con loro trascorrere solo i momenti dei pasti, quindi colazione, pranzo e cena, circa una mezz’ora ogni volta. Il legale questa mattina si è recato anche a Palmoli, dove ha incontrato il padre dei bambini. “La notte scorsa è stato male, non si è sentito bene, ha vomitato, non è in buone condizioni di salute – ha detto -. Questa separazione forzata e questo allontanamento dei figli e della moglie gli stanno provocando uno scompenso notevole, a casa non c’è il focolare domestico e quindi, nonostante la solita accoglienza, la casa è fredda perché non emana il calore della famiglia. Ma lui è consapevole che comunque, essendo nel giusto, la questione si risolverà, purtroppo ci vorrà del tempo ma si risolverà”.

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