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Trump smentisce l’amico Infantino e conferma: “Nessuna deroga per gli haitiani ai Mondiali, non potranno entrare”

La nazionale si è classificata dopo 50 anni alla Coppa del Mondo, ma i sostenitori non potranno esserci
Trump smentisce l’amico Infantino e conferma: “Nessuna deroga per gli haitiani ai Mondiali, non potranno entrare”
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L’amministrazione Trump ha confermato che non concederà deroghe al divieto d’ingresso per i tifosi di Haiti che vorranno seguire la nazionale ai Mondiali del prossimo anno, co-organizzati da Stati Uniti, Canada e Messico. Il Paese caraibico, tornato a qualificarsi a cinquant’anni dall’ultima partecipazione, rientra infatti nel travel ban firmato da Donald Trump a giugno, che limita l’ingresso negli Stati Uniti alle persone provenienti da 19 nazioni.

Le nazioni in questione sono: Afghanistan, Myanmar, Ciad, Repubblica del Congo, Guinea Equatoriale, Eritrea, Haiti, Iran, Libia, Somalia, Sudan e Yemen. A questi si aggiungono restrizioni parziali per i viaggiatori provenienti da Burundi, Cuba, Laos, Sierra Leone, Togo, Turkmenistan e Venezuela.

Come riporta Politico, le esenzioni previste per atleti, familiari, tecnici e membri dello staff non si applicheranno ai sostenitori. La decisione rischia di suscitare polemiche, in evidente contrasto con lo spirito di apertura che tradizionalmente accompagna i Mondiali.

I Paesi ospitanti hanno spesso semplificato le procedure di visto, e anche il presidente della Fifa Gianni Infantino aveva assicurato qualche mese fa che “tutti i tifosi del mondo sono i benvenuti”. Ma così non sarà.

Washington, infatti, ha scelto di mantenere un approccio rigido in linea di continuità con la linea politica del presidente Trump. Haiti – oggi colpita da una grave crisi politica, dalla violenza diffusa, da tanta povertà e da condizioni umanitarie in deterioramento – è il secondo Paese qualificato ai Mondiali soggetto al travel ban, dopo l’Iran che con ogni probabilità vivrà la stessa situazione.

Il Dipartimento di Stato ha precisato che i tifosi potranno comunque presentare domanda di visto, avvertendo però che molti potrebbero risultare “non idonei all’emissione del visto o all’ingresso negli Stati Uniti”. L’eccezione prevista per i viaggi che “favoriscono l’interesse nazionale degli Stati Uniti” resterà applicabile solo in “casi molto rari”.

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