Usa e Russia studiano un piano di pace segreto per l’Ucraina. Dai confini alla smilitarizzazione di Kiev: i punti
Dopo aver riscosso l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite al suo piano per Gaza, Donald Trump rilancia e cerca di raddoppiare proponendo una base d’accordo Made in Usa per la fine della guerra in Ucraina. Secondo quanto riferito ad Axios da funzionari statunitensi e russi, l’amministrazione di Washington sta lavorando segretamente insieme agli omologhi di Mosca a un nuovo documento in 28 punti per mettere fine al conflitto iniziato con l’invasione russa del 24 febbraio 2022.
Questa nuova road map verso la pace, discussa dall’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff e dal suo omologo russo Kirill Dmitriev, dovrà comunque essere sottoposta alla valutazione di Kiev e dei Paesi europei, coinvolti in gradi diversi nella struttura del documento suddiviso in quattro macroaree: pace in Ucraina, garanzie di sicurezza, sicurezza in Europa e future relazioni degli Stati Uniti con Russia e Ucraina. Rimangono da risolvere, comunque, le spinose questioni territoriali, con la Russia che non ha intenzione di fare grandi concessioni sulle aree del Donbass sotto il proprio controllo e Volodymyr Zelensky che fino a oggi non si è detto disposto a riconoscere la sovranità russa su quelle aree.
Anche dalla Russia arrivano conferme su contatti diretti tra le parti. È stato proprio Dmitriev a confermare ad Axios di aver trascorso tre giorni in compagnia di Witkoff e di altri membri del team di Trump durante la sua visita a Miami, dal 24 al 26 ottobre, e ha poi espresso ottimismo sulle possibilità di successo dell’accordo perché, a differenza dei tentativi passati, “riteniamo che la posizione russa venga realmente ascoltata”. Witkoff avrebbe dovuto incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky mercoledì in Turchia, ma ha rimandato il viaggio, segno che sull’altro fronte devono essere fatti ancora dei passi in avanti. Per il momento, l’inviato americano ha discusso il piano con il consigliere per la sicurezza nazionale di Zelensky, Rustem Umerov, sempre a Miami, confermano fonti di Kiev.
Il piano, ha spiegato Dmitriev, riparte dai principi concordati da Trump e Vladimir Putin in Alaska ad agosto e ha lo scopo di produrre un documento da portare all’attenzione dei leader a un futuro vertice di Budapest. L’inviato russo ha comunque precisato che questa fase di colloqui non ha nulla a che fare con la spinta guidata dal Regno Unito per elaborare un piano di pace in stile Gaza per l’Ucraina. La Casa Bianca, intanto, ha iniziato a informare i funzionari europei.
Nella serata di mercoledì diversi media hanno diffuso indiscrezioni su alcuni dei punti decisi da Russia e Ucraina. Innanzitutto, a Kiev è stato comunicato che dovrà rinunciare a territori e ad alcune armi, secondo quanto scrive Reuters, che inserisce tra le richieste anche la riduzione delle dimensioni delle forze armate ucraine. Gli Stati Uniti e altri Paesi, secondo quanto scrive invece Axios, riconoscerebbero Crimea e Donbass come territori legittimamente russi, ma l’Ucraina non sarebbe obbligata a farlo. Nello specifico, a Mosca andrebbe il pieno controllo di Luhansk e Donetsk, mentre le aree del Donbass da cui l’Ucraina si ritirerebbe sarebbero considerate una zona smilitarizzata, senza possibilità per la Russia di posizionare truppe lì. In altre due regioni, Kherson e Zaporizhzhia, le linee di controllo attuali sarebbero per lo più congelate, con la Russia che restituirebbe parte dei territori soggetti a negoziazioni. L’Ucraina, in cambio, riceverebbe una non meglio precisata garanzia di sicurezza degli Stati Uniti e l’Europa contro future aggressioni russe.