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Via le altalene, ecco la pista da bob: a Cortina le Olimpiadi cancellano pure il parco giochi

DIARIO OLIMPICO - Una collina piallata e un parco distrutto in pochi giorni. Una piccola storia dietro ai milioni per i Giochi invernali 2026
Via le altalene, ecco la pista da bob: a Cortina le Olimpiadi cancellano pure il parco giochi
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Si fa presto a dire Olimpiadi. Il più grande evento sportivo planetario, che dal 6 febbraio occuperà le Alpi italiane con un circo ridondante e costosissimo, elogiato continuamente dalla grancassa dell’informazione compiacente, comporta una serie di effetti collaterali che lasciano stupiti. Perché insensati e contrari a qualsiasi logica di buona amministrazione. Ne ho avuto riprova di fronte ad un pubblico a dir poco sconcertato a Cortina d’Ampezzo, dove ho presentato e discusso Una montagna di soldi, edito da Paper First, un viaggio senza reticenze nello scandalo dei Giochi Milano Cortina 2026. La fase di avvicinamento ci riserva la previsione (non definitiva) di una spesa di due miliardi di euro per l’organizzazione, in capo a Fondazione Milano Cortina 2026, e di altri cinque miliardi di euro per infrastrutture sportive, stradali e ferroviarie.

Cortina è trasformata in un cantiere totale, ma ancora più dei grandi numeri, in attesa del consuntivo di un bilancio olimpico che si annuncia in perdita, sono le storie minime a raccontarci la dissennatezza delle scelte di una politica che punta agli affari, con il corollario del consenso che li accompagna. Non ci si cura delle ricadute pratiche sulla popolazione, con il risultato di creare ferite profonde, che nascono da scelte non condivise e non indirizzate a perseguire il bene comune. Lo ha dimostrato il dibattito moderato dalla giornalista Marina Menardi che si è svolto nella Sala Cultura del Palazzo delle Poste e Telecomunicazioni, che fu ideato e realizzato dall’architetto Edoardo Gellner per le Olimpiadi del 1956, i primi Giochi organizzati in Italia.

A Cortina, accanto ai campi da tennis e alla palestra da roccia intitolata a Lino Lacedelli, al limitare del bosco di Ronco, esisteva una collinetta incantata che gli amministratori comunali avevano deciso di destinare al parco-giochi di Sopiazes. Un progetto virtuoso, composto da 22 aree ricreative, ribattezzato “Il parco dei sogni”. Le altalene e gli scivoli, i giochi con la sabbia, le torrette in legno, le palafitte, un micro-mondo di folletti. Ma anche un’arena per rappresentazioni dei bambini, strutture per barbecue e picnic, accessi per carrozzine e disabili.

Il parco inclusivo, pensato a beneficio delle famiglie, è costato un milione di euro al Comune di Cortina d’Ampezzo, una delle due città olimpiche. Quando lo hanno inaugurato nel 2021 c’era il sindaco Gianpietro Ghedina, che indossava pomposamente la fascia tricolore, c’erano le signore vestite all’ampezzana e, soprattutto, c’erano i bambini delle scuole, festanti. Ghedina è il sindaco che nel 2019 ha vinto con Milano la candidatura olimpica. Due anni dopo il taglio del nastro, il suo successore Gianluca Lorenzi ha cancellato il parco e con esso quel piccolo, grande sogno. La collina è stata piallata e i larici sono stati abbattuti per far posto al cantiere dell’Impresa Pizzarotti, che ha costruito la costosissima pista da bob che sarà usata da uno sparuto pugno di atleti.

In pochi giorni la struttura green è scomparsa, dimostrando l’insostenibile sproporzione tra i 124 milioni di euro della pista che rischia di diventare una cattedrale di ghiaccio dal futuro incerto, e il milione di euro faticosamente investito dal Comune. È la dimostrazione di come Cortina sia un vaso di coccio tra i vasi di ferro dei signori del Circo Bianco. Che cos’è un Comune di paese di 5.000 abitanti rispetto a Fondazione Milano Cortina (il comitato organizzatore dei Giochi), a Società Infrastrutture Milano Cortina (braccio operativo del governo per le grandi opere), ai ministeri dell’Economia e delle Infrastrutture, alle Regioni Lombardia e Veneto, alle ricche province autonome di Trento e Bolzano. Un pulviscolo, un fastidio, un fiocco di neve dentro una nevicata di soldi facili e di progetti complessi. Infatti, che è stato sciolto brutalmente dagli ingranaggi, senza che nessuno sentisse il bisogno di chiedere che cosa gli ampezzani volessero per davvero.

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