NBA Freestyle | Gilgeous-Alexander è un Mvp perenne, Doncic non conosce mezze misure. Anthony Davis già sul mercato?
Shai Gilgeous-Alexander, altra annata da MVP?
Chi dice che Shai Gilgeous-Alexander sia diventato una stella solo dopo la scorsa stagione forse è stato congelato dal post Covid in poi o qualcosa di simile.. Sì, ha vinto l’MVP, ma il canadese da quattro anni ormai scollina oltre i 30 punti di media. Non ci riesci se non sei speciale. Ma i punti, in fin dei conti, sono solo la punta dell’iceberg per un giocatore che è leader indiscusso di quella che è la migliore squadra della NBA ormai da un po’. Una point guard silenziosa in campo, capace di dominare senza cannibalizzare il gioco. Se punta l’avversario in uno contro uno è in grado di usare mille e più trucchetti (anche detti “fondamentali”) per creare separazione tra sé e il difensore.
Cambia velocità e ritmo durante la penetrazione, sembra fermarsi, poi riparte, magari finta e l’avversario è già sbilanciato. I Thunder sono a 12 vinte e 1 persa. Hanno ripreso da dove avevano lasciato. E avevano lasciato con un titolo NBA. Per il resto, la stella di Oklahoma City è il miglior realizzatore della lega, senza peraltro fare leva più di tanto su un tiro da tre che va e viene (35%). Figuratevi se, per puro caso, dovesse iniziare a prendere meglio la mira. Gioca in modo semplice, lineare, senza troppi fronzoli. MVP perenne.
Luka Doncic: macchina da canestri, basterà per vincere?
Inizio in chiaroscuro per i Los Angeles Lakers. Alcune partite molto bene, altre, francamente, sotto le aspettative. Sono a 8 vinte e 4 perse, in positivo, ma le buone vibrazioni guardandoli giocare vanno e vengono, si accendono e si spengono come le luci di Natale. Manca LeBron James, ovvio. Ma in ogni caso, nel frattempo, non è che sia ringiovanito di dieci anni. Luka Doncic è ormai il padrone di casa. Trattasi di una delle macchine da canestri più letali sulla piazza. La velocità non è il suo forte, ma non per questo lo fermi. Non puoi impedirgli di tirare. Non puoi tenerlo sotto i 30 punti usando metodi convenzionali. Eppure, lo sloveno sembra sempre voler accentrare troppo il gioco, prendersi troppi tiri fuori ritmo (anche se spesso li mette). Ha una visione di gioco spettacolare, ma non conosce mezze misure: o tira o cerca l’assist vincente.
Peccato che nel basket ci sia tutto un mondo in mezzo, molto importante, come per esempio ribaltare il campo, agevolare il flusso di gioco, provare a servire il post, ecc… Da fuori, Doncic non è mai stato un mostro di precisione (34,9% in carriera). Tuttavia, l’attuale 30,8% con 11,4 conclusioni tentate da oltre l’arco è la percentuale più bassa da quando ha messo piede in NBA. Il supporting cast, al momento, è senza infamia e senza lode. Ayton non sta demeritando, ma spesso va in confusione sui cambi difensivi. Marcus Smart in attacco è parecchio calato rispetto alla versione di Boston, ma in difesa a tratti torna a farsi notare. Austin Reaves (28,3 punti di media) si conferma micidiale attaccante e vero terzo violino della squadra. Hachimura è una solida ala dal buon tiro. Basterà per arrivare fino in fondo? La sensazione è che ci siano squadre molto più attrezzate.
Anthony Davis, già sul mercato?
Ma come? Volete già cedere Anthony Davis? Ma non dovevate essere una contender? Sono solo voci sui media americani. Ma si sa: qualcuno le voci in giro ce le mette. E se nessuno si affretta a smentire con fermezza, qualcosa di vero ci sarà. Fossero reali queste voci (che parlano di cessione anche per Kyrie Irving), ci sarebbe del clamoroso, soprattutto perché qualche giorno fa Dallas ha licenziato Nico Harrison, colui che ha mandato Doncic ai Lakers in cambio proprio di Davis. Che logica avrebbe? In una sola parola: ricostruzione. Tanto, così come sono, anche con Davis e Irving al massimo superano un turno di playoff.
Con un paio di mosse, i Mavericks alleggerirebbero il monte salari e punterebbero a una scelta ancora alta in vista del prossimo Draft. In più, inizierebbero a costruire la squadra attorno a Cooper Flagg, dandogli una stagione per poter sbagliare senza pressione e per poter imparare senza troppa fretta. Anthony Davis, poi, non ha mai dato sicurezza dal punto di vista degli infortuni. Attualmente è fuori per guai al polpaccio e non è ancora chiara la data del suo ritorno. Quando è in campo, certo, stiamo parlando di un lungo in grado di cambiare difensivamente la faccia di qualsiasi squadra, e che in attacco è un rebus per gli avversari vista la mobilità, la lunghezza e la rapidità di piedi. Il problema è che è spesso fuori. Siamo sicuri che per Luka Doncic non si potesse ottenere qualcosa di più “pregiato”? Pensateci.
That’s all Folks!
Alla prossima settimana.