Il mondo FQ

Lavoro

Ultimo aggiornamento: 18:47 del 12 Novembre

Ex Ilva, i sindacati Fim, Fiom e Uilm: “Da Urso un tradimento. Questo è un piano di morte dello stabilimento”

Annunciate mobilitazioni e scioperi contro le scelte del governo Meloni
Icona dei commenti Commenti
“Sull’ex Ilva il governo Meloni ci ha presentato un piano corto, che in realtà non è un piano di decarbonizzazione, ma un piano di morte dello stabilimento. Da gennaio saranno 6mila in cassa integrazione, presto saranno tutti. Ci devono riconvocare, ma mettendo da parte questo piano che certifica una strage occupazionale e una strage ambientale e che rigettiamo”. Queste le parole dei segretari di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Rocco Palombella e Michele De Palma, nel corso di una conferenza stampa a Roma, dopo il vertice di ieri a Palazzo Chigi.
“Vogliono fare cassa sui lavoratori. Si capisce che quei soldi servono per finanziare il funzionamento dell’azienda come si faceva ai tempi di Morselli e di Arcelor Mittal. Ma come abbiamo scioperato per mandare via chi stava distruggendo l’azienda, lo faremo ancora”, hanno avvertito sindacati che ora annunciano assemblee e mobilitazione contro le scelte del governo.
“Sono state dette tante menzogne. Noi non abbiamo lasciato il tavolo dell’Ilva. Da parte del ministro Adolfo Urso c’è stato un vero e proprio tradimento. Per questo chiediamo alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni di prendere in mano il tavolo e superare quello che è accaduto ieri”, è l’appello rilanciato nel corso della conferenza dai tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm sulla vertenza dell’ex Ilva. “Eravamo stati convocati per discutere il piano di riconversione di agosto e ci hanno presentato un piano di chiusura dell’Ilva. Lo stabilimento si risana a una condizione, con un minimo di continuità produttiva e il risanamento degli impianti: il fermo non funziona”.
E ancora: “Finora sono state presentate solo due offerte, da due fondi americani (Bedrock Industries e Flacks Group, ndr), uno dei quali ha presentato la risibile offerta di 1 euro, l’altro non si sa. E dopo due anni dobbiamo sapere che c’è una trattativa coperta, con un accordo di riservatezza. Ma bastava rivolgersi al Sole 24 ore per capire che era del Qatar”, ha aggiunto De Palma, riferendosi alle voci sui media in merito al presunto interessamento di Qatar Steel. “Non inseguo informazioni che non sono reali. La realtà è che pretendenti all’altezza dell’Ilva non ce ne sono. Oggi non ci sono alternative allo Stato. Solo una società partecipata pubblica può permettere di evitare denaro pubblico e rimettere l’azienda nelle condizioni di funzionare, produrre, decarbonizzarsi e garantire livelli occupazionali”, ha avvertito De Palma.
Assemblee in fabbrica sono ora previste per le prossime ore, in vista di nuove mobilitazioni per decidere insieme ”tutte le azioni di protesta e lotta da mettere in campo”, sciopero compreso. ”Non riserveremo a nessuno un trattamento diverso da quello riservato ad Arcelor Mittal per difendere l’Ilva e i lavoratori”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione