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NBA Freestyle | Ja Morant non crescerà mai, Giddey è un “toro” scatenato

Pensieri in libertà (con libertà di pensiero) sulla settimana NBA | Solito Zion, soliti Pellicans: ogni anno la stessa storia. Pre-stagione, Williamson è in forma. Poi cambia tutto
NBA Freestyle | Ja Morant non crescerà mai, Giddey è un “toro” scatenato
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Ja Morant non crescerà mai

Di anni ormai ne ha 26. Non è più un ragazzino. Cestisticamente parlando è un veterano. Ennesima stagione partita male. Ennesima sospensione (per un litigio con il proprio coach). Ennesima polemica. Il talento è enorme. Che Ja Morant possa riuscire a esprimerlo appieno, non è più cosa scontata. Come giocatore stiamo parlando di una sorta di Iverson più alto e con la dinamite nei polpacci. Palla in mano, è una delle cose più veloci che si possano vedere oggi su un campo da basket. Ma tecnicamente non è mai veramente migliorato.

Il tiro è rimasto pessimo, rendendo il suo gioco più prevedibile e arginabile. Al momento, sta segnando circa 20 punti di media (uno come lui, 10-15 punti li fa solo mettendo la testa dentro il palazzetto…) con un’efficienza ridicola. La qualità delle sue conclusioni da tre, se possibile, è addirittura peggiorata rispetto alle stagioni precedenti. La mette con un 14% talmente di basso livello, da fare sembrare Alonzo Mourning un cecchino in stile Dana Barros dei Sixers. Percentuali ridicole anche dal campo, dove non arriva nemmeno al 40%. E Memphis? 2 vittorie e 6 sconfitte. Non ci siamo. Nella maniera più assoluta.

Solito Zion, soliti Pelicans

Viene quasi da ridere. Sembra il film “Ricomincio da capo” con Bill Murray e Andie MacDowell. Ogni anno la stessa storia. Pre-stagione, Zion Williamson è in forma. Grandi propositi, grandi aspettative. Inizia la stagione. Cifre e numeri accettabili, certo, ma non da poter far gridare al miracolo (22,8 punti di media). Qualche schiacciata mostruosa. Ma manca l’anima, non trascina, non acchiappa. Sembra giochi solo per lo stipendio (ultimo anno di contratto). Poi, infortunio. Williamson è di nuovo fuori. I New Orleans, nel frattempo, sono penultimi a Ovest. Benvenuti nell’universo di una delle più deludenti prime scelte di sempre. Come si pensava, di punti a referto ne mette e ne può mettere ancora, non è quello il problema.

Di canestri ne tira e ne può tirare giù a bizzeffe con la sua potenza squassante. Capacità di incidere sui risultati della sua squadra, però, pari allo zero. Di miglioramenti individuali neanche l’ombra. Anzi, nelle partite in cui ha giocato è sembrato addirittura regredito. Tira dal campo con percentuali pessime (48%) per un giocatore interno della sua portata, con quello specimen fisico, con quella forza nella parte alta del corpo. Da fuori non ha, al momento, mai provato la conclusione. Non raggiunge nemmeno i 7 rimbalzi di media: un’esplosività, uno stacco da terra, due spalle che fanno provincia, tutto fine a sé stesso. Per quest’anno, non cambiare. Stessa spiaggia, stesso mare.

Josh Giddey, “toro” scatenato

I Thunder sono stati troppo frettolosi a mandarlo via? Forse affermarlo è un tantino esagerato. Ci sono giocatori che per svilupparsi hanno bisogno del contesto giusto. Josh Giddey in quel contesto non lo era. Scarso tiratore, dominatore della sfera. E con realizzatori eccellenti come Shai Gilgeous-Alexander, Jalen Williams e Holmgren, per le caratteristiche che ha magari non sarebbe mai esploso in questo modo. Se non avesse lasciato Oklahoma City, James Harden sarebbe stata la stessa macchina da punti vista a Houston? Pensateci.

Intanto, il play di Chicago, da quando respira la rigida aria dell’Illinois, è diventato un tiratore da fuori degno di nota. Lo scorso anno ha chiuso 37,8%, mentre attualmente sta segnando con il 41,9%. Niente male. Perché per il resto, Giddey è un dinamico penetratore, in grado di tagliare il campo palla in mano come fosse burro. Entra in area con virate e dietro-schiena e può concludere in traffico senza problemi di sorta o lanciare arcobaleni di rara precisione. Sa andare anche al ferro, perché è veloce ed atletico. Segna con grande continuità (23,1 punti di media) e i Bulls sono primi a Est.

Un duro inizio per i Magic

Doveva essere l’anno della consacrazione finale. Sarà per un’atra volta? Orlando non è partita granché bene. È all’undicesima posizione a Est con appena il 37,5% di vittorie. Banchero ha tanti punti nelle mani, ma spara a salve da fuori (24,2%). Wagner non sta tirando affatto male (39% da tre), ma con volumi che non impensieriscono più di tanto le difese avversarie (4 tiri di media a partita). In generale, si è visto un attacco statico, poco pericoloso dal perimetro, e il nuovo innesto Bane sta facendo così e così. Sembra una maturazione che non arriva mai.

That’s all Folks!
Alla prossima settimana.

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