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“Addolorati. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo“ il tweet dei vigili del fuoco per Octay Stroici

Il tweet dei vigili del fuoco sull'account X la dice lunga su quanto i soccorritori abbiamo tentato tutto il possibile per salvare Octav Stroici, l’operaio rimasto intrappolato sotto le macerie. Un intervento portato avanti "pietra dopo pietra". L'operaio "ha lottato con tutte le sue forze"
“Addolorati. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo“ il tweet dei vigili del fuoco per Octay Stroici
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“Siamo addolorati per la morte del povero Octay, l’operaio coinvolto ieri a Roma nel crollo della Torre dei Conti. Abbiamo fatto tutto il possibile per salvarlo ed eravamo riusciti con un intervento eccezionale delle nostre squadre a strapparlo alla stretta delle macerie che lo hanno imprigionato per dodici ore. Siamo vicini alla famiglia in questo momento tragico”. Il tweet dei vigili del fuoco sull’account X la dice lunga su quanto i soccorritori abbiamo tentato tutto il possibile per salvare Octay Stroici, l’operaio rimasto intrappolato sotto le macerie. Un intervento portato avanti “pietra dopo pietra”.

Il Comando Provinciale dei vigili del fuoco di Roma ha appreso, “con enorme dolore”, la notizia della morte di Octay Stroici, l’operaio vittima del crollo della Torre dei Conti. “Ore ed ore di fatica, esposti al rischio dei crolli, non senza difficoltà, osservati da tutto il mondo, avevano dato una flebile speranza quando i nostri colleghi sono riusciti ad estrarlo vivo dalle macerie e abbiamo sperato e sognato di restituire Octay all’abbraccio dei suoi cari”, sottolineano i vigili del fuoco aggiungendo: “In quei momenti difficili, ha lottato con tutte le sue forze, con coraggio, determinazione, collaborando con noi, guidandoci, sostenendoci nell’azione. Anche nel suo nome – concludono i pompieri – per onorare lo spirito che l’ha animato nella sua tragedia, continueremo a prodigarci per salvare vite. Nel rinnovare il nostro commosso pensiero ed ideale abbraccio alla sua famiglia, desideriamo ringraziare tutti i cittadini, cittadine ed istituzioni che ci hanno sostenuti in queste ore”.

Gianmarco Santucci, vigile del fuoco del reparto Usar (Urban Search and Rescue), come riporta La Repubblica, è stato tra i primi ad arrivare sul posot: “Ripeteva che gli facevano male le gambe, poi ci chiedeva acqua. È stato terribile, una sofferenza”. Lunedì 3 novembre, insieme ai colleghi, ha scavato per undici ore consecutive per l’uomo, che lavorava per la ditta Edilerica. Stroici lavorava da anni nell’edilizia ed era un operaio di secondo livello, un muratore specializzato, quindi poteva effettuare certi interventi, come quelli di restauro.

L’operaio sotto le macerie ha invocato come poteva l’aiuto dei soccorritori. “Respirava solo perché l’asse che lo bloccava aveva creato un piccolo passaggio d’aria”, spiega Santucci. “Parlavamo con lui per tenerlo sveglio e calmo. Diceva che non sentiva più le ginocchia”. Tirato fuori dai Vigili del fuoco ancora vivo, dopo operazioni lunghe, rischiose e con i detriti aspirati da attrezzature speciali, è giunto all’ospedale Umberto I già in arresto cardiocircolatorio, alle 23.05 di lunedì. Al Pronto soccorso romano non sono bastate le manovre di rianimazione cardiopolmonare durate circa un’ora, per salvare Stroici. Il decesso è stato registrato a mezzanotte e 20.

L’intervento, continua il vigile del fuoco, è stato “uno dei più delicati e complessi” della sua carriera: la torre, instabile, rischiava di crollare da un momento all’altro. I soccorritori hanno potuto usare solo strumenti minimi: “Abbiamo scavato a mano, pietra dopo pietra”. Poi la notizia del decesso: “Un colpo al cuore” per tutti coloro che hanno cercato di salvargli la vita.

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