
Nuovo affondo della portavoce del ministero degli Esteri russo. La Farnesina ha convocato l’ambasciatore
Un attacco all’Italia sul tema del crollo della Torre dei Conti di Roma arrivato mentre un operaio è ancora sotto alle macerie. Porta la firma di Maria Zakharova: “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti” per l’Ucraina, “l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”, ha scritto la portavoce del ministero degli Esteri russo sul suo canale Telegram. “Ricordo che a maggio di quest’anno il ministero degli Esteri italiano ha riferito che ‘il sostegno italiano all’Ucraina, compreso l’aiuto militare e i contributi versati tramite i meccanismi UE, ammonta a circa 2,5 miliardi di euro“, ha aggiunto. A seguito delle dichiarazioni, la Farnesina ha convocato l’ambasciatore russo in Italia Alexey Paramonov per procedere con un richiamo formale. “Dichiarazioni a dir poco volgari“, le definisce il ministro degli Esteri Antonio Tajani: “Quando c’è una disgrazia non si può speculare su persone che stanno ancora sotto le macerie e su operai feriti. Noi non lo abbiamo mai fatto, quando c’è stata qualche disgrazia che ha colpito la Federazione russa abbiamo sempre mostrato solidarietà. Queste dichiarazioni sono vergognose, inaccettabili, in un Paese civile”, ha concluso Tajani.
Non è il primo attacco di Maria Zakharova all’Italia. I primi risalgono a inizio 2025. Tutto nasce da un intervento di Sergio Mattarella all’Università di Marsiglia il 5 febbraio, durante il quale definisce l’aggressione russa all’Ucraina come un atto simile a quelli del Terzo Reich: “Fenomeni di carattere autoritario … furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura“. Le parole del Presidente della Repubblica provocano la reazione immediata della portavoce della diplomazia russa, che accusa il capo dello Stato di “invenzioni blasfeme” e di ignorare la storia italiana durante la Seconda guerra mondiale. In seguito all’incidente, la diplomazia italiana aveva anche in quel caso convocato l’ambasciatore russo a Roma per chiarimenti, segnando l’inizio di un’escalation formale.
Il discorso di Zakharova punta a rimarcare che “l’Italia è stato il Paese dove è nato il fascismo”. Secondo Zakharova, le analogie tra Russia e Terzo Reich sarebbero “inammissibili e criminali”, offendendo non solo gli italiani che combatterono il fascismo, ma anche i sovietici che affrontarono il nazismo. Il dibattito si estende anche all’opinione pubblica: in Italia viene lanciata una petizione online per scusarsi con la Russia, che secondo l’agenzia Tass raccoglie oltre 10mila firme in pochi giorni.
La tensione cresce ulteriormente quando Mosca espande il fronte delle accuse includendo nella cosiddetta “lista nera” italiana anche il ministro della Difesa Guido Crosetto e il ministro degli Esteri Antonio Tajani, definendoli in un documento pubblicato sul sito ufficiale del ministero degli Esteri “esempi di manifestazione di russofobia“. L’Italia reagisce nuovamente convocando l’ambasciatore russo e sottolinea che l’inserimento del presidente Mattarella nella lista rappresenta “una provocazione alla Repubblica e al popolo italiano”.
A rafforzare la narrazione russa, il 23 luglio 2025 Zakharova interviene sul caso del maestro d’orchestra Valery Gergiev, il cui concerto alla Reggia di Caserta era stato annullato. La portavoce definisce l’annullamento come una “campagna di persecuzione senza precedenti“, accusando gli organizzatori di essere “epigoni” del nazionalismo ucraino guidato da Stepan Bandera. Zakharova sostiene che culture e opere russe, come la Quinta Sinfonia di Tchaikovsky, siano derise come propaganda dalle istituzioni italiane e cita il Vangelo: “Non date le cose sante ai cani…”, come monito contro chi denigra i valori difesi dalla Russia.