Nepal, tre italiani colpiti da valanghe: un morto e due dispersi in incidenti separati
Sono tre gli alpinisti italiani colpiti da valanghe in due episodi separati. Il connazionale che ha perso la vita – di cui non sono state fornite le generalità – si trovava al campo base dello Yalung Ri (5.630 metri) nella valle del Rolwaling. La notizia del decesso è stata rilanciata dal Kathmandu Post, ma manca una conferma ufficiale. Al consolato italiano di Calcutta l’alpinista risulta ancora disperso. Il bilancio, secondo il media locale, è di sette vittime tra cui tre americani, un canadese e due nepalesi, quattro i feriti e di altrettanti non si trova traccia.
L’altra spedizione che aveva suscitato preoccupazione è quella sul picco Panbari (catena Peri Himal) nel distretto di Gorkha. All’appello mancano Alessandro Caputo e Stefano Farronato. Il loro compagno, Valter Perlino, 65 anni, era rimasto al campo base a causa di un malore, ed è stato portato domenica mattina in elicottero alla struttura di Samdo, a bassa quota.
Il Kathmandu Post riporta che i residenti di Na Gaun lamentano un ritardo nelle operazioni di ricerca, nonostante le autorità abbiano ricevuto una richiesta di soccorso immediato nelle prime ore del mattino; il problema sarebbe burocratico, perchè la zona è soggetta a restrizioni per i voli in elicottero, ed è necessaria un’autorizzazione amministrativa speciale.
Farronato e Caputo stavano tentando di scalare la montagna Panbari, alta 6.887 metri. Himal Gautam, del dipartimento del turismo del Nepal ha confermato che i contatti sono stati persi già sabato scorso. Sono state le condizioni meteo imposte dal ciclone Montha a far peggiorare la situazione e mettere sotto pressione i soccorsi. Il sito 24news ha raccolto la testimonianza di Sagar Pandey, presidente dell’Associazione delle agenzie di trekking nepalesi che ha sottolineato come mille tra escursionisti e turisti hanno avuto necessità di operazioni di salvataggio a causa delle forti nevicate, iniziate già una settimana fa. I piloti degli elicotteri hanno avuto difficoltà a manovrare a causa della scarsa visibilità, ma ora le condizioni sono migliorate e questo permette ai team di soccorritori di muoversi in modo più agevole.
Per dare una idea delle condizioni avverse, si può citare l’operazione che ha visto impegnato l’esercito nepalese venerdì scorso; i militari hanno impiegato tre giorni per raggiungere un gruppo di altrettanti escursionisti britannici e 15 locali. La spedizione degli italiani è stata seguita da lavocepinerolese.it che ha raccontato le fasi di preparazione, con una partenza fissata il 7 ottobre per la missione “Panbari Q7”. Valter Perlino (Pinerolo), Stefano Farronato (Bassano del Grappa) e Alessandro Caputo (Milano) avevano come obiettivo la scalata con gli sci della vetta ad una altitudine di quasi 7.000 metri. Si tratta di una meta che per diverso tempo è stata poco battuta e solo nel 2006 una spedizione francese ha “sdoganato” il percorso.
Perlino, veterinario, è un alpinista di esperienza: aveva scalato l’Everest in solitaria, il monte Denali in Alaska, il Cho Oyu assieme a Sebastiano Audisio, oltre a compiere trekking tra Pamir ed Himalaya. Dieci anni fa, nel 2015, si trovava proprio in Nepal con Audisio quando avvenne il sisma di magnitudo 8.1. ma per fortuna ne uscì illeso. La Farnesina fa sapere che il Consolato generale onorario di Kathmandu, in stretto raccordo con l’Ambasciata d’Italia a Dehli “sta seguendo direttamente l’evoluzione della situazione mantenendo informati i familiari dei connazionali”.