Pil fermo nel terzo trimestre e consumi in frenata: a ottobre cala del 26% la voglia di comprare degli italiani
L’economia italiana si è fermata. Nel terzo trimestre il Pil non è cresciuto rispetto ai tre mesi precedenti e, se anche l’ultimo scorcio dell’anno dovesse restare invariato, il 2025 si chiuderà con un +0,5%. In linea con le previsioni ridimensionate inserite dal governo nel Documento programmatico di finanza pubblica, ma ben lontano da una vera ripresa. Peraltro nelle scorse settimane il centro studi di Confindustria ha fatto notare che questa crescita stentata è solo merito della coda del Pnrr, senza il quale il Paese sarebbe in recessione. E nel Dpfp i tecnici del Mef stimano la crescita potenziale media per il periodo 2026-2041 allo 0,6%, contro lo 0,8% previsto solo un anno fa nel Piano strutturale di bilancio di medio termine. Ora a confermare la debolezza della congiuntura arriva anche un nuovo segnale: crollano le intenzioni di acquisto delle famiglie, che secondo l’Osservatorio Findomestic sono scese del 26% in ottobre.
Sul piano macro, la fotografia scattata giovedì dall’Istat certifica un’economia ferma e in crescita solo dello 0,4% su base annua. Dopo il +0,3% del primo trimestre e il -0,1% del secondo, l’anno si avvia dunque a chiudere in positivo, ma con un ritmo anemico. “Il dato era largamente atteso e non cambia le nostre stime (+0,6%)”, ha commentato il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, dicendo che l’economia italiana ha “mostrato resilienza” di fronte ai recenti shock, dai dazi internazionali al rallentamento globale. Il confronto con gli altri partner europei resta però sfavorevole: nel complesso, il Pil dell’Eurozona avanza dello 0,2% e quello dell’Ue dello 0,3%. La Francia cresce dello 0,5% trainata dalle esportazioni, mentre la Germania resta ferma.
Findomestic dal canto suo rileva che, dopo il picco positivo di settembre, in ottobre sono in calo le intenzioni d’acquisto per le auto nuove (-5,4 punti) e usate (-5,3), così come per gli elettrodomestici piccoli (-6,7) e grandi (-8), le tv (-5,9), i telefoni (-9,6) e i mobili (-4,4). Si spende meno anche per ristrutturazioni di casa (lavori -5,6 e infissi -1,3). “È un dato che trova riscontro anche nel peggioramento della percezione del futuro, con gli ottimisti che scendono al 36% dal 47% di fine estate”, spiega Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio. Le propensioni all’acquisto di 20 categorie di beni durevoli su 22 analizzate dall’Osservatorio continuano ad avere comunque valori in crescita nell’ultimo trimestre o in linea con la media del 2025. Quasi la metà degli italiani (49%) ha intenzione di acquistare un viaggio nei prossimi tre mesi confermando anche a ottobre, nonostante una flessione di 1,7 punti percentuali, una tendenza allineata alla media dell’anno.
In questo quadro la legge di Bilancio non avrà alcun impatto positivo, per previsione dello stesso governo, sulla crescita dell’anno prossimo, attesa a +0,7%. La manovra ha formalmente iniziato giovedì il proprio cammino in Parlamento. Con le comunicazioni in Aula del presidente Ignazio La Russa si è aperta la sessione di bilancio: le audizioni sono fissate tra il 3 e il 6 novembre, ma la vera partita sarà quella degli emendamenti, su temi che vanno dal contributo delle banche agli affitti brevi, dai dividendi alle pensioni delle forze dell’ordine.