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Riarmo Ue, l’istituto per gli studi sulla sicurezza: “500 progetti per rafforzare la mobilità militare”. Dal 2028 a bilancio 17 miliardi

L'ultimo report dell'Agenzia Euiss: "Più si riuscirà a promuovere un approccio che coinvolga l'intera società, più forte sarà la deterrenza". Nella bozza di bilancio 2028-34 la Commissione ha messo a budget 10 volte le risorse previste attualmente
Riarmo Ue, l’istituto per gli studi sulla sicurezza: “500 progetti per rafforzare la mobilità militare”. Dal 2028 a bilancio 17 miliardi
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Il potenziamento della difesa da solo non è sufficiente. I sistemi d’arma devono poter essere spostati agevolmente sul territorio in caso di attacco e nell’idea che Bruxelles sta costruendo per il futuro dell’Unione europea la logistica “dual use“, civile e militare, è essa stessa uno strumento di deterrenza. Come riferito questa mattina dal Financial Times, la Commissione Ue presenterà a breve una serie di proposte per la creazione di una rete di trasporto militare comunitaria e lo scenario complessivo è delineato nel rapporto “The road to readiness: How the EU can strengthen military mobility” pubblicato la scorsa settimana dall’Euiss, l’Istituto dell’Unione europea per gli studi sulla sicurezza.

Bruxelles, spiega l’Agenzia, ha individuato “500 progetti infrastrutturali prioritari” sui quali investire con urgenza. Il primo problema è la scarsa interconnessione viaria tra gli Stati baltici e la Polonia, che costituiscono la prima difesa del continente sul fronte orientale. “Una sola strada principale collega Polonia e Lituania, mentre gli scartamenti ferroviari sono diversi, il che causa lunghi ritardi”, spiega l’istituto. La prima cosa da fare, dunque, è completare il corridoio di trasporto della “Via Baltica”, il corridoio stradale e logistico strategico che collega Varsavia (Polonia) a Tallinn (Estonia), attraversando Kaunas, Riga e Panevėžys. Altro problema sono i ponti: “La maggior parte delle strade dell’Ue ha un limite di peso di 40 tonnellate, ma i carri armati moderni possono pesare dalle 55 alle 70”.

La seconda categoria di difficoltà riguarda le attrezzature: gli Stati non dispongono di risorse sufficienti per trasportare merci per via aerea e ferroviaria. In Germania, ad esempio, il numero di vagoni adatti al trasporto militare è sceso dagli oltre mille del 1990 alle poche centinaia rimaste nel 2024. Il terzo problema riguarda, infine, le barriere normative o amministrative. Per attraversare le frontiere, gli eserciti necessitano di autorizzazioni diplomatiche e permessi speciali che attualmente richiedono molto più tempo dei 5 giorni che l’Ue si è data come obiettivo. Con la difficoltà aggiuntiva che, se entrano nel territorio comunitario dall’esterno, le merci devono essere sdoganate.

Negli anni Bruxelles e i singoli paesi hanno messo in campo diverse iniziative per colmare queste lacune, soprattutto dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ma molto resta ancora da fare. Per questo nel bilancio UE 2028-34 la Commissione ha messo a budget 17 miliardi di euro, 10 volte di più degli 1,7 attualmente previsti dallo strumento CEF‑Transport per le infrastrutture dual‑use. Per il Commissario per la Difesa Andrius Kubilius, ricorda Euiss, ne servono almeno 70. Anche quelle destinate alla difesa e allo spazio “sono destinate a quintuplicarsi, e parte di questa dotazione potrebbe essere destinata allo sviluppo di capacità di trasporto dual use”, alla “creazione di scorte di carburante, all’acquisizione di mezzi di trasporto come aerei e treni o al miglioramento “delle infrastrutture di stoccaggio dell’energia lungo le rotte strategiche”.

E’ il paradigma complessivo che, secondo l’Agenzia, deve cambiare: occorre favorire un approccio che preveda la partecipazione del settore privato, degli operatori infrastrutturali e delle strutture preposte ai trasporti civili-militari per preparare meglio la catena logistica. “Quanto più l’Ue riuscirà a promuovere un approccio alla mobilità militare che coinvolga l’intera società, tanto più forte sarà la deterrenza“, conclude Euiss. Non basta avere forze militari sufficienti a sostenere eventuali attacchi, ma serve poterle muovere e rifornire rapidamente in caso di crisi.

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