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Agostino Ghiglia e la villa di Meloni: Report svela l’intervento del componente del Garante Privacy per coprire le carte della premier

Secondo Report, il garante FdI Agostino Ghiglia – già in conflitto per l’incontro con Arianna Meloni – chiese ai suoi uffici di “verificare come omettere più informazioni possibili” sulla villa della premier, quella dello scoop del Fatto
Agostino Ghiglia e la villa di Meloni: Report svela l’intervento del componente del Garante Privacy per coprire le carte della premier
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“Cercatemi l’interrogazione onorevole Bonifazi su casa Meloni. Approfondiamo se è suo diritto avere risposta a tutte le domande in dettaglio o se qualcosa si può coprire in termini di protezione dati, al netto della trasparenza e dell’interesse pubblico”. E poi: “Urgente”.

Secondo le anticipazioni del programma di Sigfrido Ranucci, Agostino Ghiglia, componente del Collegio nominato in quota Fratelli d’Italia, sarebbe intervenuto anche per tutelare la privacy della premier Giorgia Meloni su una vicenda che la riguarda direttamente: l’interrogazione parlamentare presentata da Italia Viva sui lavori di ristrutturazione della sua villa. “Di sua iniziativa – spiega Report – Ghiglia si porta avanti con i lavori e chiede di verificare se c’è possibilità di omettere più informazioni possibili ai parlamentari e chiede un approfondimento urgente”.

Un’iniziativa che configurerebbe di fatto un altro intervento politico da parte di un’autorità indipendente per proteggere la leader del partito che lo ha designato. Un nuovo capitolo, dunque, nello scontro tra Report e il Garante della Privacy sul condizionamento dell’Autorità pubblica che il 23 ottobre scorso ha multato la trasmissione per aver diffuso l‘audio Boccia-Sangiuliano. Previo passaggio di Ghiglia in via della Scrofa e l’incontro con Arianna Meloni.

A gennaio 2025 Maria Elena Boschi e Francesco Bonifazi presentano un’interrogazione sui lavori di ristrutturazione della villa di Meloni da 347 metri quadrati con piscina acquistata da Giorgia Meloni nel 2023.
L’interrogazione prendeva spunto anche da un articolo di Marco Lillo che sul Fatto Quotidiano che aveva sollevato una questione di trasparenza rispetto alle pratiche per realizzare la piscina.

Così Italia Viva nell’interrogazione n. 3-01667 chiede conto al governo su tutto: i permessi urbanistici, i pagamenti e trasparenza delle forniture. In particolare di chiarire “se per la ristrutturazione della villa siano stati usati fondi pubblici o risorse per la sicurezza” e di rendere pubblico “l’elenco dei fornitori e le modalità di pagamento, bonus fiscali e detrazioni utilizzate per i lavori”, con l’obiettivo di “verificare trasparenza, coerenza fiscale e assenza di favoritismi”.

A rispondere, il 18 marzo, è il ministro Luca Ciriani di Fratelli d’Italia, che di fatto blinda la premier: spiega che Meloni “poteva ben opporsi alla richiesta”, che “atti analoghi non hanno mai trovato risposta” e che “non si ravvedono motivi per fornire un elenco dei fornitori privati di acquisti personali, perché, viceversa, verrebbe meno la relativa ordinaria aspettativa di riservatezza”.

Poi aggiunge, bontà sua, che Meloni “ha inteso soprassedere rispetto allo svolgimento di verifiche e valutazioni sulla sindacabilità dell’atto, e pertanto si forniscono le seguenti risposte”, limitandosi a negare l’impiego di fondi pubblici.

Una risposta considerata per forza “evasiva” da Boschi, che in aula si dichiara insoddisfatta: “Avevamo anche chiesto, Ministro, che ci fosse un elenco dei fornitori, in modo tale da poter conoscere quelle che erano state le spese affrontate per una ristrutturazione sicuramente imponente (…) Questa lista non è stata fornita dal Governo e a questo punto non sappiamo chi siano stati i fornitori, quanto sia stato speso e in che modo. Evidentemente, c’è qualcosa che la Presidenza del Consiglio deve tener nascosto e anche su questo continueremo a fare chiarezza”.

È sulla gestione delle informazioni relative alla villa che, secondo Report, Agostino Ghiglia avrebbe chiesto ai suoi uffici di trovare “con urgenza” ogni modo per limitare la trasparenza, chiedendo “un approfondimento urgente” per capire come “omettere più informazioni possibili ai parlamentari”. Agostino Ghiglia, raggiunto dalle telecamere di Report, non ha risposto alle domande sulla questione ripentendo “ma io preferisco parlare con Ranucci” e snobbando la cronista del programma.

Un episodio che aggiunge un tassello pesante alla controversia sul ruolo del Garante e sul suo possibile uso politico. Non solo per la multa record da 150mila euro inflitta a Report, ma per la possibilità che uno dei suoi membri abbia agito – ancora una volta – in difesa del proprio partito e della sua leader.

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