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Separazione carriere, Nordio non replica alle opposizioni al Senato: “Solita litania petulante”. Proteste in Aula

Giovedì l'ultimo ok a Palazzo Madama: la destra festeggia con un flash mob in piazza Navona. Gasparri: "Dedicheremo la riforma a Berlusconi". Sisto: "Saremo noi a chiedere il referendum"
Separazione carriere, Nordio non replica alle opposizioni al Senato: “Solita litania petulante”. Proteste in Aula
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“Governo e maggioranza non hanno alcun timore di affrontare subito il responso della democrazia diretta attraverso il referendum” sulla separazione delle carriere. “Anzi, ci stiamo già attivando perché il referendum possa essere richiesto direttamente dalla maggioranza parlamentare. Vogliamo garantire una conclusione coerente e democratica a questo percorso”. Lo annuncia a Coffee break, su La7, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, mentre nell’Aula del Senato è terminata la discussione in quarta lettura del ddl costituzionale sulla giustizia. Il via libera finale dell’ultimo passaggio parlamentare è previsto giovedì mattina dopo le dichiarazioni di voto: “Lo dedicheremo al presidente Berlusconi, una delle tante vittime della malagiustizia”, dice ad Agorà (Rai 3) il capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri, ufficializzando – come era già trapelato – che il centrodestra festeggerà l’approvazione con un flash mob alle 12 in piazza Navona. All’iniziativa, comunica il partito azzurro, parteciperanno anche alcune vittime di errori giudiziari. Gasparri conferma la posizione di Sisto sulla consultazione referendaria, che si terrà in primavera: “Noi saremo i primi a promuovere il referendum sulla riforma della giustizia, perché vogliamo che i cittadini si pronuncino. La Costituzione prevede che il referendum costituzionale possa essere richiesto da un quinto dei parlamentari ed è quello che faremo come centrodestra”. Ma anche le opposizioni si attiveranno in questo senso, come confermano i capigruppo di M5s e Pd alla Camera, Riccardo Ricciardi e Chiara Braga.

Il Guardasigilli Carlo Nordio ha scelto di non replicare a nome del governo al termine della discussione generale, in cui i senatori di opposizione sono intervenuti in massa per contestare il disegno di legge: alla richiesta del vicepresidente di turno (il leghista Gian Marco Centinaio) il ministro ha declinato, provocando le proteste del centrosinistra. “Aspettiamo domani le dichirazioni di voto e la conclusione. Avevo già dato risposte preventive in varie interviste, visto che le osservazioni di oggi sono state la solita litania petulante. Non vedo cosa avrei potuto dire di nuovo”, ha tagliato corto il ministro all’uscita. In Aula il capogruppo M5s Stefano Patuanelli ha detto che la riforma si inserisce in “un disegno politico preciso, quello di piegare le istituzioni a una sola parte politica. Lo abbiamo visto nel tentativo di estromettere magistrati antimafia (Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato, ndr) dalla Commissione Antimafia. Lo vediamo con la Commissione d’inchiesta Covid usata contro chi ha gestito responsabilmente la pandemia. Lo vediamo nel blocco della Commissione di Vigilanza Rai. Lo vediamo qui, oggi. Questa riforma schiaccia il Parlamento sotto il potere esecutivo e apre la strada a uno schiacciamento anche del potere giudiziario”, afferma. Lo stesso concetto è stato espresso da Francesco Boccia, capo dei senatori Pd: “Stiamo assistendo a una torsione istituzionale che indebolisce la nostra democrazia. Una deformazione del principio di equilibrio dei poteri, di cui la riforma della giustizia è solo un tassello. È parte di un progetto più ampio di concentrazione del potere nelle mani dell’esecutivo. Oggi, infatti, non stiamo discutendo semplicemente di un disegno di legge sulla separazione delle carriere. Stiamo discutendo del modello di democrazia che vogliamo lasciare ai nostri figli: una Repubblica fondata sull’equilibrio dei poteri, o una Repubblica che, passo dopo passo, si piega a una visione verticale e autoritaria del potere”, ha detto.

Della riforma ha parlato anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, ospite di SkyTg24: “Come hanno dimostrato fatti recenti, c’è molto spesso un utilizzo improprio” della giustizia “che è servito negli anni a colpire i nemici politici. Questo è il percorso che ci ha portati alla scelta della separazione delle carriere, per avere dei giudici che fossero totalmente indipendenti nel giudicare l’attività del pubblico ministero, e dei pubblici ministeri che si formassero specificamente su un lavoro che gli consentiva di evitare errori, di professionalizzarsi in questo settore. Questa riforma, che deve essere a vantaggio della magistratura, non è stata presa bene: si è sviluppato uno scontro politico che mi è incomprensibile perché nessuno limita i poteri, si dividono le carriere, cosa che succede in moltissimi Paesi democratici al mondo, non è nulla di sconvolgente”. Così come non è sconvolgente, per Crosetto, un altro pilastro della riforma, il sorteggio dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, l’organo di autogoverno di giudici e pm: “Siccome tutti i giudici arrivano per concorso e si formano nel tempo con colleghi di altissimo livello, anche il sorteggio non creerà nessun problema. Non è che vengono sorteggiati nemici della magistratura: vengono sorteggiati tra i magistrati quelli che vanno a decidere e giudicare chi sono i migliori di loro. Questo per eliminare il meccanismo delle correnti, che ha inficiato il lavoro della magistratura, premiando l’appartenenza delle persone e non la preparazione”.

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