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Gila pesta la caviglia di Conceiçao e si mette le mani nei capelli, ma l’arbitro non fischia il rigore contro la Lazio: l’episodio che ha fatto infuriare la Juve

Nonostante le proteste dei bianconeri, il direttore di gara Colombo non è stato chiamato al Var. Dal canto loro, i biancocelesti hanno contestato la mancata espulsione di McKennie qualche minuto prima
Gila pesta la caviglia di Conceiçao e si mette le mani nei capelli, ma l’arbitro non fischia il rigore contro la Lazio: l’episodio che ha fatto infuriare la Juve
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Si chiede chiarezza da anni per cercare di uniformare i casi, ma dagli arbitri non è mai arrivata: in un weekend già pieno di polemiche dopo Napoli-Inter, a recriminare maggiormente è la Juventus di Igor Tudor, che contro la Lazio è uscita sconfitta per 1-0 per il gol di Toma Basic nel primo tempo. I bianconeri non sanno più vincere (tre sconfitte consecutive, otto partite consecutive senza vittoria) e sono in piena crisi. Ma nel secondo tempo hanno tanto da recriminare per un calcio di rigore non assegnato dopo un contatto tra Mario Gila e Francisco Conceiçao.

Nello specifico, intorno al 60esimo, con la Juve alla ricerca del gol del pareggio, su una palla in area Jonathan David – anche ieri tra i peggiori in campo – sbaglia un controllo, ma il pallone finisce tra i piedi di Conceiçao, che cerca di saltare Mario Gila e viene steso dal classico “step on foot”. Il difensore spagnolo – resosi conto probabilmente di aver colpito in pieno il giocatore bianconero – mette istintivamente le mani nei capelli. Nonostante il contatto apparso molto evidente, l’arbitro Colombo lascia proseguire l’azione, e anche il Var non interviene. I bianconeri protestano, ma dalla sala Var di Lissone decidono di non richiamarlo per una on field review. Scelta sicuramente discutibile da parte del direttore di gara prima e soprattutto dei colleghi al monitor dopo.

Anche la reazione di Gila è stata abbastanza significativa. Al difensore è stato chiesto in conferenza stampa post-gara come mai avesse messo le mani ai capelli in segno quasi di disperazione: “Era una reazione naturalissima – ha spiegato Gila quasi sorridendo – vedendo anche il rosso di Weston McKennie che andava dato”. Perché anche la Lazio ha qualcosa da recriminare: un doppio giallo per McKennie.

Al 54esimo infatti l’americano riceve un cartellino giallo per un intervento scomposto su Lazzari. Passano però appena 60 secondi e McKennie rischia di nuovo grosso spingendo platealmente Guendouzi. L’arbitro Colombo lascia proseguire l’azione senza nemmeno fischiare il fallo. Guendouzi si dispera, mentre i giocatori della Lazio circondano l’arbitro chiedendo il secondo giallo, che avrebbe comportato ovviamente a un cartellino rosso per il centrocampista bianconero. Sarri, infuriato, ha protestato animatamente dalla panchina: a ricevere un cartellino giallo è stato però il team manager del club biancoceleste. Un episodio discutibile per parte, dunque, in una serata non felicissima per l’arbitro Colombo.

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