Caro sexy Sanchez, di Pianura padana non sai niente per questo parli di ora solare

Immagina una donna — una signora di 53 anni, con cataratta precoce — che si siede sul letto e fissa il vuoto mormorando: “Perché?”. Poi alle 6:15, dopo tre caffè e duecento bestemmie, le orazioni mattutine, esce di casa

Caro Presidente Sanchez,
sei un uomo bellissimo, sexy, che dice sempre la cosa giusta, e capisco che di noi abitanti della Pianura padana non ti freghi proprio niente. Anzi, probabilmente non sai nemmeno cosa è la Pianura padana.

Te lo spiego io: la Pianura Padana è un posto piatto come una tavola da stiro, umido come una sauna malfunzionante e inquinato al punto che il meteo ogni mattina prevede nebbia, smog e depressione. È un luogo dove gli abitanti somigliano ai film zombie post apocalittici e perfino le nutrie e i fagiani, animali simbolo, tossiscono e si drogano.

E adesso tu, caro Pedrito, l’uomo che è dalla parte giusta della storia, te ne esci con l’idea di abolire l’ora solare.

Non puoi, non puoi farlo, perché quell’ora di luce in più al mattino è l’unica speranza rimasta a un esercito di sfigati che si svegliano alle 5:30 a.m., quando fuori c’è ancora il buio cosmico e nemmeno i galli escono dal pollaio.

Immagina una donna — una signora di 53 anni, con cataratta precoce e la Y del 2007 — che si siede sul letto e fissa il vuoto mormorando: “Perché?”. Poi alle 6:15, dopo tre caffè e duecento bestemmie, le orazioni mattutine, esce di casa.

L’aspetta la San Vitale, la strada più deprimente dopo il corridoio delle anime dannate di Dante.
Ma prima deve attraversare alcune strade bianche e cavedagne, evitare la vicina, quella che fa jogging con il cane perché non vuole morire di cortisolo, ma sotto due ruote sì. Strizzare gli occhi per non centrare l’autoproclamato netturbino che fa la raccolta differenziata sul ciglio dello strada. Evitare gli studenti che aspettano il 206 e i leprotti randagi (questo solo se si ha già qualcosa per cena). Schivare i ciclisti quasi centenari vestiti da Tour de France anche quando c’è meno venti, i lavoratori scuri in monopattino elettrico (che compaiono improvvisi come Jedi in fuga) e i camion, perché nella nebbia un camion c’è sempre.

E proprio quando la nostra eroina realizza di vivere nella parte sbagliata della matrice e sogna la pillola blu, ecco che spunta un’alba rosata. Lei sospira, sorride e dice: “Fornero vaffanculo”.
Ecco, non toglierle anche quello, Pedrito. La possibilità di maledire l’alba almeno un’ora prima.