Il mondo FQ

Vaccini anti Covid, “quelli a mRna potenziano l’immunoterapia nei pazienti con melanoma e tumore al polmone”

Lo studio dell’MD Anderson Cancer Center, pubblicato su Nature, apre la strada a strategie oncologiche low-cost e salva-vita. “L’attuale clima ha un impatto sui pazienti perché persino la parola ‘mRNA’ è oggigiorno stigmatizzata - afferma Steven Lin, coautore dello studio - Stiamo camminando sulle uova perché c’è troppa pubblicità negativa"
Vaccini anti Covid, “quelli a mRna potenziano l’immunoterapia nei pazienti con melanoma e tumore al polmone”
Icona dei commenti Commenti

In barba ai detrattori dei vaccini anti-Covid, molti dei quali sono ancora convinti che facciano più male che bene, un nuovo studio ne rivela un sorprendente effetto. I vaccini a mRNA non solo proteggono dal Covid-19, ma sarebbero in grado di potenziare l’effetto dell’immunoterapia nei pazienti con melanoma e tumore al polmone. In sostanza i pazienti oncologici vaccinati vivono più a lungo di coloro che non lo sono. Lo studio è stato condotto dall’Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, e i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature. “I risultati confermano quanto già abbiamo osservato in alcuni pazienti durante la pandemia”, commenta entusiasta Paolo Ascierto, professore ordinario di Oncologia all’Università Federico II di Napoli e direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Pascale di Napoli. “Molti gruppi di ricerca lo avevano ipotizzato e ora finalmente ne abbiamo avuto una conferma”, aggiunge.

La stimolazione del sistema immunitario

I primi test sono stati condotto sui topi e i risultati mostrano che i vaccini a mRNA sono in grado di prolungare la vita non perché proteggono dal Covid-19, ma perché stimolano il sistema immunitario dell’organismo. In particolare, questa risposta aumenta l’efficacia degli inibitori dei checkpoint immunitari, farmaci immunoterapici che puntano a eliminare i “freni” che impediscono al sistema immunitario di riconoscere e attaccare le cellule del tumore. “Il vaccino mRNA contro il Covid-19 agisce come una sirena e attiva il sistema immunitario in tutto il corpo”, anche all’interno del tumore, dove “inizia a programmare una risposta per uccidere il cancro”, afferma Adam Grippin, oncologo radioterapista presso l’MD Anderson Cancer Center di Houston, in Texas, e coautore dello studio. “Siamo rimasti stupiti dai risultati nei nostri pazienti”, aggiunge.

Infatti, dopo le sperimentazioni condotte sui topi, i ricercatori hanno deciso di verificare se l’effetto dei vaccini fosse lo stesso anche negli esseri umani. Gli scienziati hanno quindi analizzato le cartelle cliniche di oltre 1.000 persone con cancro ai polmoni o melanoma. Hanno così scoperto che, nelle persone con tumore ai polmoni, la somministrazione di un vaccino mRNA contro il Covid-19 ha quasi raddoppiato la sopravvivenza, passata da 21 a 37 mesi. Le persone non vaccinate con melanoma metastatico, invece, sono sopravvissute in media 27 mesi. Al termine della raccolta dati, le persone vaccinate sono sopravvissute così a lungo che i ricercatori non sono stati in grado di calcolare un tempo medio. Il maggior aumento è stato osservato nelle persone i cui tumori presentavano tratti che suggerivano una scarsa risposta agli inibitori dei checkpoint. “Questa scoperta è davvero molto interessante”, sottolinea Ascierto. “I dati sono solidi e dimostrano che il vaccino a mRNA è in grado di stimolare una risposta immunitaria importante”, aggiunge.

Il ruolo chiave dei tempi

I ricercatori hanno scoperto inoltre che la tempistica sembra giocare un ruolo chiave: coloro che avevano ricevuto il vaccino entro 100 giorni dall’inizio del trattamento avevano maggiori probabilità di trarne beneficio rispetto a coloro che lo avevano ricevuto al di fuori di questa finestra temporale. Idealmente sarebbe meglio ricevere il vaccino entro 30 giorni prima o dopo il trattamento. Questo vantaggio in termini di sopravvivenza non è stato riscontrato invece con i vaccini che non utilizzano la tecnologia mRNA, come quelli contro l’influenza e la polmonite, o in persone sottoposte a un diverso tipo di terapia antitumorale. Gli esperimenti sui topi hanno suggerito una spiegazione per questo aumento della sopravvivenza. I vaccini anti-Covid come quelli prodotti da Pfizer e Moderna contengono mRNA racchiuso in nanoparticelle di grasso, che rilasciano il loro carico direttamente nelle cellule. La combinazione delle particelle di grasso e l’inserimento nelle cellule porta a una potente attivazione del sistema immunitario. La vaccinazione porta all’attivazione di una cascata di cellule immunitarie, che addestra le cellule “killer” dell’organismo a eliminare le cellule tumorali. Queste cellule killer sono poi supportate dai farmaci inibitori dei checkpoint.

Le conseguenze

Questi dati suggeriscono che una misura ampiamente disponibile (miliardi di dosi di vaccino mRNA contro il Covid-19 sono state distribuite a livello globale) e anche a basso costo potrebbe contribuire ad aumentare la sopravvivenza delle persone affette da un’ampia gamma di tumori. Se questo approccio si dimostrasse efficace negli studi clinici, Grippin afferma che potrebbero essere utilizzati contemporaneamente due tipi di vaccino: uno per stimolare una risposta immunitaria generale e un altro per addestrare il sistema immunitario a combattere specificamente le cellule tumorali, come quello in corso di studio anche all’Istituto Pascale da Ascierto.

Ma ulteriori dati richiederebbero ricerche in un campo che è stato privato di finanziamenti e criticato dai funzionari dell’amministrazione Trump, la quale ha tagliato circa 500 milioni di dollari di finanziamenti per la ricerca che studia la tecnologia. “L’attuale clima ha un impatto sui pazienti perché persino la parola ‘mRNA’ è oggigiorno stigmatizzata”, afferma Steven Lin, coautore dello studio, oncologo presso l’MD Anderson. “Stiamo camminando sulle uova perché c’è troppa pubblicità negativa sull’mRNA”, conclude.

Valentina Arcovio

Lo studio

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione