Giulio Regeni, accolta l’eccezione delle difese. I giudici dell’Assise inviano il processo alla Consulta
La I corte d’Assise di Roma, accogliendo una richiesta sollevata dalle difese degli imputati egiziani, ha accolto una questione di costituzionalità nell’ambito del processo Regeni inviando gli atti alla Consulta. Il nodo è relativo al diritto di difesa e alla nomina di consulenti tecnici. I giudici hanno ritenuto, quindi, la questione “non manifestatamente infondata” e “rilevante” al fine della definizione del giudizio. Il processo è ora sospeso in attesa che si pronunci la Corte Costituzionale.
L’eccezione
Gli avvocati d’ufficio (Paola Armellin, Filomena Pollastro, Tranquillino Sarno e Anna Lisa Ticconi, ndr), la scorsa udienza, hanno chiesto ai magistrati valutare una possibile incostituzionalità della normativa attuale. “La nostra difesa è sempre stata minorata“, avevaspiegato Ticconi, legale di Sharif. “Non è una richiesta strumentale la nostra, potevamo già farla in passato. Non vogliamo allungare il brodo“, si era difeso Sarno.
Nella richiesta i legali sollecitavano l’estensione del gratuito patrocinio anche agli imputati contumaci, ovvero assenti al processo. Questo perché, secondo la difesa, in mancanza del patrocinio a spese dello Stato, non è stato possibile incaricare esperti, come i traduttori tecnici e consulenti necessari alla preparazione della strategia difensiva. “Avremmo dovuto anticipare noi i costi dei consulenti“, hanno dichiarato gli avvocati”. E ancora: “Non vorremmo apparire come persone venali, non lo siamo. Ma è una questione di organizzazione delle difese. Lo so che il nostro onorario sarà pagato perché la difesa è indispensabile in un processo penale, ma purtroppo non lo è la presenza di un consulente”.
Il calendario cancellato
Il calendario, che prevedeva udienze il 22 e 26 settembre, poi il 3 e il 6 ottobre 2025, era stato annullato. Il verdetto, quindi, si allontana. Non sarebbe la prima volta, dato che già nel settembre 2023 fu la Consulta a sbloccare il processo (che si era arenato già prima di iniziare, ndr) decretando il “no all’improcedibilità se causata dalla mancata collaborazione di uno Stato estero”.
Le reazioni
“Siamo molto soddisfatti della decisione della Corte d’Assise che ha accolto la nostra richiesta. La Corte Costituzionale nella sua prima sentenza ha creato la figura dell’imputato formalmente assente ma nei fatti irreperibile. Ciò ha comportato una stortura del sistema che su questo, come su molti altri aspetti, non può che sollevare sospetti di violazione del diritto di difesa- spiega all’Adnkronos l’avvocato Tranquillino Sarno – Oltre al caso sollevato, si pensi ad esempio all’impossibilità, in caso di condanna, di presentare impugnazione ai sensi delle modifiche legislative apportate dalla riforma Cartabia”.