Assalto al bus, la frase che inchioda uno degli ultras fermati: “Era quello più appuntito”. Test del Dna per altri 8 tifosi
Il 20enne Kevin Pellecchia, fermato per l’assalto al bus dei tifosi del Pistoia basket avvenuto a Rieti domenica scorsa, intercettato negli uffici della Questura ha pronunciato una frase ritenuta cruciale dagli inquirenti che indagano sull’omicidio del conducente Raffaele Marianella. “Era quello più appuntito” ha detto infatti l’indagato nella captazione ambientale inchioderebbe Pellecchia. Chiaro il riferimento a uno dei sassi lanciati dagli ultras della Sebastiani Basket Rieti contro il bus dei tifosi rivali, che stavano semplicemente rientrando a casa dopo la partita del campionato di A2 di basket. “Potrei essere stato anche io, non lo so, perché io in quella dinamica ho tirato avendolo davanti (il pullman, ndr)”: questo è un altro passaggio, attribuito a Kevin Pellecchia, della trascrizione dell’intercettazione ambientale compiuta in questura dalla Mobile.
Manuel Fortuna, Kevin Pellecchia e Alessandro Barberini, i tre ultras fermati, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Giorgia Bova, che oggi ha convalidato i loro fermi. Il cerchio delle indagini si stringe, ma la procura di Rieti guidata da Paolo Auriemma e dal pm Lorenzo Francia, non sta tralasciando altri aspetti della vicenda. Sarebbe altri 8 gli ultras chiamati in causa nelle prime fasi delle indagini condotte dalla Polizia: ad accusarli sono stati vari testimoni sentiti dalla Mobile e dalla Digos domenica notte e anche i tre ultras arresti. Gli 8, scrive l’Ansa citando fonti giudiziarie, erano tutti nel luogo dell’agguato e per questo sono stati subito sottoposti al test del Dna dalla Polizia scientifica.
Il 53enne Barberini, secondo quanto ricostruito dal quotidiano La Repubblica, ha ammesso di aver partecipato alla sassaiola ma ha scaricato le responsabilità su altri: “Volevamo fargli vedere chi eravamo noi, che non avevamo paura certo di loro. Anche io ho tirato un sasso, in tanti lo abbiamo fatto. Ma il mio non è stato quello che ha ucciso“, avrebbe dichiarato alla Polizia. “Ho colpito la parte centrale del pullman, la mia era una pietra piccola“, avrebbe aggiunto. “Se avessimo preso l’autista avremmo fatto una strage“, scrive ancora Repubblica citando le parole di uno dei 12 tifosi che avrebbero partecipato alla spedizione contro i tifosi pistoiesi. Poi Barberini avrebbe tirato in ballo il capo della curva Terminillo: “Con noi c’era anche Giuseppe Aguzzi, il capo degli ultras. Eravamo in macchina, abbiamo aspettato che passasse il pullman e ci siamo messi lungo il guardrail. Non so chi ha tirato quel sasso grosso e non mi sono reso conto che c’era una persona morta“.
Nelle indagini è stata decisiva la testimonianza di un minorenne. Dall’aiuola spartitraffico della superstrada, il ragazzo ha assistito al lancio del masso che ha ucciso Marianella. E in un’audizione protetta ha indicato agli inquirenti i nomi dei responsabili, ora accusati di omicidio volontario in concorso e arrestati lunedì sera. Kevin Pellecchia, il più giovane del gruppo, che secondo quanto riferito dal suo avvocato già nei giorni scorsi è molto provato: “Piange, è dispiaciuto, vorrebbe chiedere scusa e parlare con i familiari della vittima”, aveva riferito il legale Andrea Vella.