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Ultimo aggiornamento: 11:16 del 19 Ottobre

La video-intervista all’ex ministro dell’Autorità nazionale palestinese: “Disarmare Hamas? Finché c’è l’occupazione, c’è il diritto alla resistenza”

Qadura Fares è stato nel Consiglio legislativo palestinese dal 1996 al 2006, poi è diventato ministro dei detenuti
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Vedendolo risalire dal campo di ulivi (e che altro, siamo in West Bank, ma qui ci sono pure gli avocado) con la camicia piena di terra, non diresti che quest’uomo è stato un ministro chiave dell’Autorità nazionale palestinese. Sbaglieresti, perché allora non hai visto la casa di tre piani poco più su sulla collina, il monumento alla rotonda fatto costruire per due “martiri” della sua famiglia. O la persona con cui era in videochiamata fino a un minuto prima: un irriconoscibile Bilal Ajarmeh, condannato a due ergastoli per l’omicidio di israeliani in West Bank nel 2003, tra i nomi più rilevanti rilasciati nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco a Gaza ed espulso in Egitto. I due sono cresciuti insieme in questo villaggio vicino Ramallah, Silwad, e dentro la gioventù di Fatah. “Non sono istruito, ma qui si dice che chi lavora la terra parla chiaro, è per questo che mi votavano”. Qadura Fares è stato nel Consiglio legislativo palestinese dal 1996 al 2006, ovviamente passando prima dalle carceri israeliane (dal 1981, liberato nel 1994 con gli accordi di Oslo). Arafat l’ha voluto a guidare l’associazione dei prigionieri politici, poi è diventato ministro dei detenuti, finché non ha rotto con Abu Mazen quando ha voluto limitare la legge sui sussidi alle famiglie dei detenuti e dei militanti uccisi. È uno dei più grandi alleati di Marwan Barghouti: “Ho lottato per la sua liberazione, ora lotto per la sua elezione”.

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