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Schiacciate, 1vs1 e trash talking: chi è Matt Kiatipis, il canadese spocchioso che ha reso virale il suo basket playground

Cestista con un passato nella Ncaa, sfida i fan al campetto in match al meglio dei cinque punti: tra chi lo ama e chi lo detesta, ha avuto la capacità di creare una ricetta unica per intrattenere le nuove generazioni di appassionati. E ha spopolato anche in Italia

Alla legge del campetto non si scappa: “Chi segna, regna”. E se Matt Kiatipis ha la corona sul capo, auguri a giocarci contro e restare calmi. Quando fa muovere la retina con un canestro, torna in attacco con la faccia cattiva. L’espressione di chi detta le regole a casa sua e nel frattempo tempesta l’avversario di provocazioni come il Kevin Garnett dei tempi d’oro. 25 anni, canadese di Newmarket (Ontario), MK – questo il nome con cui è conosciuto – ha trasformato il basket di strada in un palcoscenico con i suoi uno contro uno irridenti, che permettono gesti e contatti al limite del regolamento. A sfidarlo in una sola metà campo, nei playground delle grandi città del mondo, sono soprattutto i ragazzi della generazione Z. I match poi finiscono sui social, dove il classe 2000 è diventato una star e, tra Instagram e Tik Tok, vanta quattro milioni di follower. Tra gli “influencer del campetto”, pochi altri fanno meglio di lui: per esempio lo statunitense “The Professor”, creator con cui ha collaborato e che grazie alla sua straordinaria abilità tecnica è seguito sulle piattaforme da più di 12 milioni di persone.

Giocare contro MK, tecnica e trash talking

Kiatipis, comunque, ha una community di fedelissimi. Basta che pubblichi una storia sui suoi profili, annunciando luogo e orario del raduno per competere con lui, e comincia la mobilitazione. Tutti vogliono affrontarlo, in quelle mini-partite al meglio dei cinque punti che tra i più giovani sono già un cult. Perché MK, 1,91 cm, tecnico ed esplosivo, è capace di schiacciate da highlights ed è dotato di un eccellente controllo di palla con cui si fa beffe degli avversari. Ma è anche un performer e intrattenitore: accoglie con energia le invasioni di campo dopo un canestro spettacolare e ama il trash talking, le provocazioni e gli insulti scherzosi – ma spesso anche pesanti e ben assestati – che rendono l’ambiente più carico di tensione emotiva. Così il 25enne canadese gioca con la mente di coloro che provano a batterlo, creando un vero e proprio show. Intorno a lui si forma sempre una grossa calca e per assistere ai match non serve un biglietto. Farlo dalle prime file, però, è quasi impossibile: c’è chi si arrampica sugli alberi, chi sulle panchine e chi, con il braccio sollevato, riprende e osserva dallo smartphone.

Idolo e nemico: la Gen Z ama e odia Kiatipis

Ogni sfida contro Kiatipis termina con una stretta di mano sportiva. Ma capita che il carattere fumantino e l’etichetta da “cattivo” che il “King dell’1vs1” (come lui stesso si definisce su Instagram) si è affibbiato facciano saltare i nervi. E infatti alcuni giovani lo idolatrano, altri non lo sopportano. C’è chi gioisce a vederlo perdere e chi vuole giocarci contro solo per ridimensionare la sua arroganza, che però è parte del personaggio. Molti si disinteressano completamente delle regole del basket, che al campetto sono più permissive, e in alcuni casi volano spintoni e trattenute a cui MK risponde redarguendo o sbeffeggiando gli avversari: “You can’t guard me (non sei in grado di marcarmi)”, la sua classica replica agli atteggiamenti scorretti. Situazioni, queste, che hanno generato il sentimento di amore-odio quasi catulliano nei suoi confronti e dietro cui, forse, si nasconde il segreto del suo successo.

Dai campi della NCAA alla fama del playground

Grazie alla fusione di pallacanestro e intrattenimento, Kiatipis è riuscito a mettersi alle spalle una carriera da professionista che non ha mai preso il volo. Dopo l’high-school in North Carolina, ha frequentato la Simon Fraser University, militando nella Division 2 NCAA e mettendo a referto 2.8 punti di media in 6 minuti di utilizzo. Poi il passaggio al Young Harris College (nello Stato della Georgia), dove si è diplomato, una parentesi nel secondo campionato costaricano nei Ferreteria Los Angeles-Grecia e la delusione di non essere stato scelto al draft NBA 2024, per cui si era reso eleggibile. Ora, Kiatipis ha scoperto la ricetta giusta per vivere con la sua passione e intercettare i suoi coetanei. Con i fan, lo scorso mese, ha festeggiato il 25esimo compleanno organizzando alcuni giorni di sfide anche a Milano e Roma nell’ambito del suo tour di 1vs1. Sull’asfalto del campetto e sui social, insomma, ha trovato la sua dimensione e anche la fama.