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Ultimo aggiornamento: 8:47 del 15 Ottobre

Caracciolo a La7: “Non si fa la pace con gli show nei resort. A Gaza la situazione umanitaria è assolutamente catastrofica”

"Netanyahu è messo molto male. Trump gli ha dato il colpo di grazia"
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Durante l’ultima puntata di Otto e mezzo, su La7, il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, interviene per commentare il vertice di Sharm el-Sheikh, co-presieduto dal presidente americano Donald Trump e dal leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Un summit di grande impatto mediatico, con oltre trenta leader mondiali riuniti sul Mar Rosso per discutere del piano di pace per Gaza, ma che, secondo Caracciolo, “resta più uno spettacolo che un passo concreto verso la pace”.
“In genere gli accordi che si fanno negli alberghi a cinque stelle o nei resort in riva al Mar Rosso non vanno molto lontano – osserva il direttore di Limes – Una cosa sono le grandi cerimonie, qui c’è questo grandioso showman che è il presidente degli Stati Uniti e distribuisce le patenti: tu bene, tu benissimo, tu così così”.

Caracciolo si sofferma poi su un episodio che definisce “l’umiliazione in diretta del premier britannico Keir Starmer da parte di Trump”. Il riferimento è alla scena avvenuta durante le dichiarazioni finali del summit, quando il presidente americano, leggendo l’elenco dei Paesi partecipanti, dimentica il Regno Unito e, una volta nominato, invita Starmer, che si era avvicinato al podio, a tornare al suo posto.
“Passerà alla storia”, commenta Caracciolo.

Quando Lilli Gruber ironizza sul trattamento riservato da Trump a Giorgia Meloni (“le ha detto bellissima, è andata di lusso?”), Caracciolo conferma: “Assolutamente sì, sotto il profilo spettacolare nulla da dire. La realtà, però, è che Gaza sta al punto di partenza: si continua a sparare. Non tanto fra Israele e Hamas, anche se si sparano fra loro, ma soprattutto fra palestinesi contro altri palestinesi, un vecchio sport palestinese. In questo caso Hamas cerca di punire chi ha collaborato con Israele o potrebbe continuare a farlo, mentre Israele fa sapere: noi questi non li conosciamo, non li vogliamo in Israele e non entreremo per salvarli”.
Caracciolo sottolinea anche la gravità della situazione umanitaria: “Resta il fatto che la situazione è assolutamente catastrofica. Non vedo come si possa decentemente ragionare su una ricostruzione quando ancora la gente muore di fame, quando ancora si spara”.

Infine, il tema politico interno a Israele. Alla domanda di Gruber se Benjamin Netanyahu sia “spacciato o più forte che mai”, Caracciolo risponde senza esitazioni: “No, Netanyahu è messo molto male e penso che avremo comunque delle elezioni in Israele nei primi mesi dell’anno prossimo. Vedremo. Certo, quando Trump ha detto quelle dolci parole, ‘Caro presidente Herzog, per cortesia perdoni Netanyahu’, gli ha dato il colpo di grazia”.

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