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Giulia Cecchettin, Turetta rinuncia all’appello presentato dei suoi avvocati: “Accetto l’ergastolo, sono pentito”

La scelta è stata comunicata dallo stesso 24enne, reo confesso dell'uccisione dell'ex fidanzata. La sua difesa aveva impugnato la sentenza contestando la premeditazione
Giulia Cecchettin, Turetta rinuncia all’appello presentato dei suoi avvocati: “Accetto l’ergastolo, sono pentito”
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Filippo Turetta ha rinunciato all’appello presentato dai suoi avvocati contro la condanna all’ergastolo per il femminicidio di Giulia Cecchettin, pronunciata nei suoi confronti il 3 dicembre 2024. Lo ha comunicato lo stesso 25enne di Torreglia (Padova), reo confesso dell’uccisione dell’ex fidanzata, in una lettera firmata inviata alla Corte d’Assise (che ha emesso la sentenza di primo grado), alla Procura generale e alla Corte d’Appello di Venezia, in cui parla di “sincero pentimento”.

La sentenza di condanna all’ergastolo era stata impugnata sia dai difensori dell’imputato, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, che contestavano il riconoscimento dell’aggravante della premeditazione, sia dalla Procura di Venezia per il mancato riconoscimento dell’aggravante della crudeltà e del reato di stalking. Il processo d’appello quindi si terrà comunque – a meno che i pm non rinuncino a loro volta al ricorso – e avrà ad oggetto solo la seconda questione: l’inizio è fissato per il 14 novembre prossimo.

Turetta ha ucciso Cecchettin con 75 coltellate l’11 novembre 2023 nella zona industriale di Fossò (Venezia) per poi gettare il cadavere in un dirupo vicino al lago di Barcis, in Friuli. Il giovane è detenuto dal 25 novembre dello stesso anno, data in cui è stato estradato in Italia dalla Germania, dove era stato arrestato dopo una fuga durata dieci giorni. Nelle scorse settimane è stato aggredito con un pugno sul volto da un altro ristretto nel carcere di Verona, un 55enne condannato per omicidio.

“Prendiamo atto di questa rinuncia all’impugnazione da parte di Turetta, che è una scelta processuale legittima quanto l’impugnazione in appello. Come parte civile non intendiamo commentare nel merito la scelta”, commenta l’avvocato Stefano Tigani, che assiste Gino Cecchettin, il padre di Giulia. “Bisognerà capire ovviamente che scelte farà la Procura della Repubblica e se il processo sarà ancora procedibile: ci dispiacerebbe che non lo fosse, perché questa storia si chiuderebbe, certo con un ergastolo, ma non con il pieno riconoscimento del fatto così come è stato compiuto, e che secondo noi prevedeva tutte le aggravanti che sono state contestate”.

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