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Ultimo aggiornamento: 17:09 del 14 Ottobre

“L’Italia interrompa il commercio con gli insediamenti israeliani in Cisgiordania”: l’appello al governo

La campagna lanciata da Oxfam è stata presentata alla Camera in vista del Consiglio europeo del 20 e 23 ottobre
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“L’Italia deve interrompere ogni relazione commerciale con gli insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania”. A lanciare l’appello al governo, nel corso di una conferenza stampa alla Camera dei deputati, tante realtà della società civile, promuovendo la campagna portata avanti da Oxfam, Amnesty International Italia e COSPE, in vista del Consiglio Ue dei ministri degli esteri e del Consiglio europeo del 20 e 23 ottobre.
“L’Ue è il primo partner commerciale di Israele, l’Italia nel 2024 ha scambiato beni e servizi per oltre 4 miliardi di euro: serve adottare uno strumento legislativo per impedire relazioni commerciali con i territori occupati e l’adozione in Ue di sanzioni economiche”, hanno rivendicato i promotori dell’iniziativa, alla quale hanno preso parte diversi parlamentari dell’opposizione, da Angelo Bonelli e Marco Grimaldi (Avs), fino alla deputata Pd Laura Boldrini e al capogruppo M5s a Montecitorio Riccardo Ricciardi.
“In Cisgiordania l’occupazione, che ha portato i livelli di povertà al 28%, potrebbe presto trasformarsi in un’azione di annessione. Oltre 40mila palestinesi da gennaio hanno subito sfollamenti forzati, ma nel “piano di pace” di Donald Trump non c’è alcun riferimento al futuro dell’area”, è stato sottolineato dai promotori. “Chiediamo con forza che l’Italia, rispettando il parere consultivo emesso dalla Corte Internazionale di giustizia nel luglio 2024, adotti uno strumento normativo nazionale, che preveda la sospensione degli accordi commerciali italiani con Israele e porti il governo ad assumere una decisa posizione a favore della revisione dell’Accordo di Associazione Ue-Israele. Se si vuole lavorare alla creazione di due Stati occorre agire al più presto esercitando una pressione capace di incidere sulle politiche del governo israeliano”, ha rivendicato Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia.
Mentre Riccardo Noury (Amnesty Italia) ha attaccato: “Nel piano di Trump non si parla di diritti, non si parla di giustizia, né di autodeterminazione del popolo palestinese. E si ignora la situazione in Cisgiordania. Già si vede come vengano usati tempi verbali al passato. Come se nel ’95, dopo gli accordi di Dayton, fosse stato vietato di parlare del genocidio in Bosnia”. “Sta a noi far sì che questo non diventi un piano di colonizzazione, perché la traiettoria è questa. Gli stati e i governi occidentali vogliono cancellare due anni di genocidio perché così vengono cancellate le loro complicità”, ha sottolineato Ricciardi. “Senza permettere ai palestinesi di avere un proprio Stato non ci sarà pace. Vincolare il riconoscimento a eventuali ‘condizioni’, come fatto da Meloni, è una non scelta, è una posizione ridicola e strumentale”, ha concluso Boldrini.

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